Calabria, l’incredibile caso del tecnico “esonerato”… dal portiere d’albergo

Paolo Tarozzi, ex addetto stampa del Milan, guidava i calabresi del Roccella Ionica: “Guadagnavo 1500 euro al mese, lo facevo per passione. Mi hanno cacciato dandomi 300 euro e un biglietto aereo per Milano”. Inutili i tentativi di parlare coi dirigenti

Esonerato da un portiere d’albergo alle 11 di sera il giorno prima della partita con una busta contenente 300 euro e un biglietto aereo per Milano. Sembra una storia inventata, invece è tutto vero. Perché è quello che è successo a Paolo Tarozzi, nei 40 giorni di permanenza a Roccella Ionica, arrivato da Milano per allenare una squadra che prima era in Serie D e poi si è ritrovata in Eccellenza. Paolo Tarozzi, 54 anni, per gli addetti ai lavori non è un nome sconosciuto. Molti lo ricorderanno nel Milan di Berlusconi, ai tempi di Arrigo Sacchi come capufficio stampa dei rossoneri ma col pallino di allenare.

il sogno

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“Quello di fare l’allenatore è un desiderio che ho sempre avuto e quando mi è capitata l’occasione di farlo in maniera impegnativa (Tarozzi ha girovagato tra le giovanili di Pavia e Legnano allenando anche in Svezia nelle categorie minori, ndr.) non me la sono fatta scappare”. In Calabria lo porta il ds. Massimiliano Leghissa che lo mette in contatto con il presidente del Roccella, Rocco Femia, che ha da poco esonerato l’allenatore Galati. “Dovevo venire a luglio, poi non se ne fece nulla ma a dicembre 2021 sono stato chiamato al posto di Galati e ho accettato subito. Millecinquecento euro al mese più spese ma ero entusiasta e così avevo deciso di tralasciare anche gli affari di famiglia e dell’azienda alimentare dove svolgevo le mie mansioni”.

covid

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In breve tempo, però, Tarozzi ha capito di essere arrivato nel momento sbagliato. La squadra è decimata dal Covid e alla prima partita a Scalea, senza allenamenti, e in 10 contro 11 finisce male: risultato 4-0. Ma Tarozzi è uno che non si ferma alle prime avversità. “Certo che no perché pian piano avevamo recuperato qualche elemento, ai ragazzi piacevano i miei metodi di allenamento, c’era entusiasmo anche se la mia prima in casa la perdemmo 1-0 contro il Gioiosa per un rigore molto dubbio”. Con il passare dei giorni ha capito non solo di essere capitato nel momento sbagliato ma anche nel posto sbagliato. “Prima della terza gara contro il Sersale, alle 23 di venerdì il portiere dell’albergo dove soggiornavo mi bussa alla porta e mi consegna una busta con dentro 300 euro e un biglietto aereo Lamezia – Milano per il giorno dopo. Me l’ha portato uno della società- mi dice – ma non so chi sia”.

presidente

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Tarozzi allora prova mettersi in contatto col presidente Femia ma senza fortuna e nemmeno il direttore sportivo Leghissa si fa rintracciare. “Ci ho provato in tutti i modi ma non sono riuscito a parlare con nessuno. Il giorno dopo alle 9 mi aspettava fuori dall’hotel un autista che mi doveva accompagnare all’aeroporto”. Intanto Galati era tornato sulla panchina del Roccella. “Una volta a Milano ho cercato ripetutamente di contattare il presidente e anche Leghissa ma senza fortuna. Ero disposto a tornare e a decurtarmi anche lo stipendio perché volevo finire il mio lavoro, ma purtroppo non è stato possibile”. Non che la marcia indietro sia servita a qualcosa: dopo la partenza di Tarozzi il Roccella ha perso altre sette gare di fila, è ultimo in classifica e anche la zona playout appare ormai un miraggio.

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