Cagliari, Ranieri ha i suoi leader: Lapadula più Pavoletti

CAGLIARI – Nessuna modulo “ingessato” ma tanta voglia di studiare a fondo la sua nuova squadra per capirne pregi, difetti e rilanciarne le ambizioni. Dopo gli applausi e il fuoco incrociato delle domande di martedì, è stata la volta del campo con Claudio Ranieri che da due giorni lavora con la squadra. Saranno allenamenti fondamentali per guardare in faccia, uno a uno, tutti gli elementi della rosa e capire è degno della maglia rossoblù. Con una certezza su tutte. «Abbiamo due grandi attaccanti (Pavoletti e Lapadula, ndc) e io voglio tenerli. Vediamo come potranno rendere al massimo e poi saranno loro a farmi capire le risposte in base a quello che gli chiederò. Gli altri si dovranno adattare. E se loro due vanno d’amore e d’accordo, si aiutano, possono fare la differenza. In pochi in questo campionato abbiano due bocche da fuoco così». Non ha già deciso in anticipo quello che sarà lo schieramento del suo Cagliari ma dopo aver conosciuto la squadra e le caratteristiche dei giocatori, Ranieri deciderà che vestito utilizzare. Fondamentale sarà una condotta aggressiva, con un sviluppo sempre verticale e con quella qualità che le giocate dei singoli sanno dare per impreziosire il tutto.

Lo studio

Per questo, almeno inizialmente, lo schieramento potrebbe rispecchiare, pur con caratteristiche e atteggiamento differente, il 4-3-1-2 visto di recente. Per poi aprirsi al 4-4-2 maggiormente caro a Ranieri. Ma senza preclusioni visto che, come sottolineato dallo stesso allenatore, la squadra deve essere in grado di cambiare anche a partita in corso per mettere in difficoltà l’avversario di turno. E con uno sguardo attento ai giovani perché «chi si lega con i compagni di reparto e si integra al meglio nel collettivo, gioca. Io non guardo né all’età né allo stipendio». Carisma e idee chiare non gli mancano di sicuro anche perché per rimettersi in discussione, Ranieri non ha pensato alle insidie di un possibile fallimento. La sua voglia di riportare il Cagliari dove gli compete è così forte da portarlo a gettarsi a capofitto in questa nuova avventura. Forse la più difficile della sua carriera ma anche quella più stimolante. «Una sfida particolare che sento mia a che mi bolle dentro. Altrimenti non sarei tornato».

Il mercato

E ora non resta che capire quali saranno i suoi alfieri. «Nainggolan? Lui evidentemente ci tiene a tornare in Sardegna ma noi ancora non ne sappiamo nulla. Credo sia prematuro parlarne. Io ho puntato a un contratto lungo proprio per cercare di trovare i giocatori giusti per il Cagliari del futuro». Per ora niente nomi né ruoli da coprire perché prima ci sarà l’analisi attenta di un gruppo che ha bisogno soprattutto di fiducia. Come la gente d’entusiasmo. «Ricordo che alla prima mia esperienza qui, andavamo a giocare le amichevoli del giovedì nei paesi vicini. Un modo per ringraziare e ripagare la visita che i tifosi del circondario ci facevano la domenica allo stadio. Mi piacerebbe riprendere quelle abitudini in modo da creare un legame di nuovo forte con la nostra gente». 

Cagliari, che accoglienza per Ranieri: anche Riva lo applaude

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