Brio: “Juve, se gli esterni non difendono è dura non prendere gol”

“Cuadrado è un grande – esemplifica l’ex bianconero – ma ma gioca da attaccante aggiunto. E Danilo e Alex Sandro…”. E intanto da 7 gare di campionato la squadra subisce almeno un gol

Livia Taglioli

20 aprile – Milano

Sergio Brio, 13 stagioni alla Juve, con 379 partite e ben 24 reti, parecchie per uno stopper di professione. Un ruolo che oggi non esiste nemmeno più, ma che ha fatto la storia, nonché la fortuna della Juve a cavallo degli Anni 70 e 80, quando a far parte di quel blocco difensivo c’erano anche Gaetano Scirea, Claudio Gentile e Antonio Cabrini, davanti a portieri del calibro di Zoff e Tacconi.

Brio, che cosa è successo alla difesa della Juve? Da 7 partite subisce almeno un gol. Per una squadra che puntava a un rush finale da scudetto, è ovviamente un grosso problema…
“Quest’anno la difesa della Juve è stata molto meno ermetica rispetto agli ultimi 9 anni. Credo l’assenza di Chiellini sia stata determinante: lui è un giocatore fondamentale, anche se l’età avanza, mentre gli altri, da De Ligt a Demiral, cresceranno. Questa è stata un’annata particolare, per la difesa come per gli altri reparti della Juve”.

Secondo lei è un problema di uomini o di mentalità?
“Secondo me di uomini: Demiral deve maturare, De Ligt è una giovane garanzia, Bonucci lo conosciamo, è molto bravo a far ripartire l’azione, meno nella fase difensiva. Per questo per me l’uomo fondamentale resta Chiellini. Quanto agli esterni, Pirlo ha a disposizione Cuadrado e Alex Sandro, ottimi in fase offensiva, molto meno efficaci in quella difensiva. Il colombiano è preziosissimo, ma dalla metà campo in su gioca da terza punta aggiunta a destra. Danilo stesso, come gli altri due, ha caratteristiche non da difensore, è più un centrocampista, un po’ come Alex Sandro”.

Pirlo un po’ per scelta un po’ per obbligo ha ruotato molti giocatori anche nel reparto arretrato. Secondo lei qual è l’assetto difensivo migliore per la Juve?
“Se stanno bene, la Juve non può fare a meno di De Ligt, giocatore fondamentale, di Chiellini e di Demiral: sono loro a dare le maggior garanzie”.

Difesa a 3 o difesa a 4?
“La scelta non è così fondamentale, l’importante è mettere i giocatori giusti. A quattro potrebbe schierarsi con Demiral, Bonucci, De Ligt e Chiellini: sarebbe una difesa imperforabile, certo la squadra perderebbe un po’ di spinta in avanti. Oppure potrebbe avere una difesa a 3, con due giocatori in spinta, ma i tre dietro dovrebbero essere difensori ‘veri’, con caratteristiche e mentalità da difensori puri”.

Passiamo all’analisi dei singoli: Chiellini ha giocato forse più di quanto si aspettasse ed è stato una colonna portante: cosa dovrebbe decidere di fare a fine stagione?
“Non lo so, dipenderà da quel che si sente di fare. Il mio consiglio è di pensarci bene, di non rischiare di cadere nel ridicolo. Quest’anno intanto lo ha fatto alla grande, e secondo me potrebbe farne un altro”.

Bonucci: un suo parere sulla sua stagione?
“A me piace, ma è un giocatore che ha caratteristiche diverse da Bonucci, Chiellini e Demiral. Quest’anno ha fatto anche lui degli errori, ma soprattutto non è il difensore che va sull’uomo, che lo marca. Gentile e Cabrini prima erano bravi a difendere, e poi davano valore aggiunto spingendo in avanti”.

Demiral fra luci e ombre: per la Juve sarebbe meglio tenerlo o cederlo?
“Fosse per me lo terrei: è giovane, deve fare esperienza, ma come tutti. Si cresce giocando, ci siamo passati tutti”.

De Ligt e Demiral dunque la coppia del futuro?
“Sì, se non arriverà nessun altro. De Ligt è imprescindibile, uno dei migliori acquisti degli ultimi anni. Lo vedo pronto a giocare anche senza una “chioccia” vicino, Demiral… sta arrivando”.

Secondo lei la Juve interverrà sul mercato per rinforzare la difesa?
“Secondo me sì, a partire da un paio di esterni che sappiano prima difendere e poi attaccare”.

Su quali nomi dovrebbe puntare?
“A me piace molto Calabria: ha fatto un salto di qualità incredibile, è uno dei migliori esterni italiani in circolazione e sarebbe pronto a reggere l’urto”.

Capitolo portieri: presenti e futuri, che scenario immagina?
“Szczesny ha fatto molto bene e secondo me dovrebbe rimanere. Ha avuto un rendimento alto, se poi il club ha esigenze di far cassa potrebbero prevalere altri criteri di valutazione. Però una squadra che punta alla Champions deve avere giocatori affidabili, e lui lo è”.

La Juve ha dovuto riconvertire in corsa il suo obiettivo dall’obiettivo scudetto alla volata per la Champions. Ora è quarta: ce la farà?
“Secondo me sì: è la squadra più attrezzata e con maggior esperienza, e per il club un posto in Champions è un obiettivo fondamentale, anche per i suoi risvolti economici”.

Quali saranno gli snodi fondamentali da qui a fine stagione, guardando al calendario?
“La Juve non può guardare il calendario: ogni partita deve essere una finale. Anche perché ogni partita fa a sé, non ci sono partite facili o difficili. Deve giocare da Juve, punto”.

Che partita immagina contro il Parma domani? All’andata finì 4-0, con porta inviolata…
“Sulla carta non c’è partita. In realtà il Parma è una squadra che gioca bene e che ha perso tanti punti nei minuti finali. Non le è successo solo col Cagliari, ma anche in altre gare. Quindi la Juve deve stare attenta: la classifica non rispecchia il valore del Parma. L’uomo chiave? Secondo me Cuadrado in questo momento è decisivo, ma la Juve ha bisogno soprattutto del rientro di Ronaldo, è l’unico che garantisce i gol”.

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