Botman in stallo. Ma l’ex tecnico spinge: “Se il Milan lo prende è a posto per 10 anni”

Vink ha allenato il difensore del Lilla ai tempi delle giovanili dell’Ajax: “De Ligt gli faceva ombra, ma fisicamente era già straripante. Il difetto? Non è veloce”

Francesco Pietrella

10 gennaio – Milano

Se Botman gioca a calcio lo deve a una “battaglia”. Pugni sul tavolo di un mister testardo .”Il ragazzo resta qui, non se ne va”. Punto. L’Ajax aveva dubbi, voleva scartarlo, ma Gery Vink si oppose in modo secco. Ci credeva. Anche quando lo lasciava in panchina “per proteggerlo”. “Non era pronto, evitavo di bruciarlo”. Oggi gioca nel Lilla, vale almeno 35 milioni e lo cerca il Milan. Maldini e Massara ne hanno parlato varie volte: “È un bel giocatore, ma i francesi non vogliono cederlo”. Situazione di stallo. Dall’Olanda, però, parlano di “un grande talento pronto al salto”. Parola di Vink, suo ex allenatore all’Ajax quando Sven aveva 17 anni.

Chi prende Botman fa un affare?

“Direi di sì, sistema la difesa per 10 anni. Al Milan lo vedo bene con Tomori. L’inglese è veloce, Sven è un fenomeno nell’uno contro uno”.

Ci ha messo un po’ per affermarsi, vero?

“Quando l’ho allenato per la prima volta aveva 16 anni. All’Ajax parlavano tutti di De Ligt, lui era un po’ in ombra. La prima stagione insieme giocò davvero poco, non era al livello degli altri, ma fisicamente sovrastava tutti i suoi coetanei. ‘Punta su questo aspetto’, gli dicevo”.

Alla fine ha ascoltato.

“Anche troppo. Il suo punto debole è la velocità. Non è uno da spazi larghi, se lo punti in campo aperto va in difficoltà, così gli dissi di trasformare questa debolezza in un punto di forza. ‘Gioca d’anticipo, usa il fisico, mettiti davanti all’avversario’. Abbiamo lavorato mesi”.

Qualche panchina se l’è fatta.

“Certo, ma dopo un po’ iniziai a farlo giocare gradualmente. Tempo qualche partita e non è più uscito dal campo. A fine stagione l’Ajax aveva ancora dei dubbi. Mi chiese un parere, ma gli risposi di puntare su di lui un’altra stagione. Una sorta di ‘o la va o la spacca’. Tornò cambiato”.

Con un’altra testa.

“Esatto. Ho combattuto per farlo restare e mi ha ripagato. Sven è furbo, intelligente, l’ultimo anno di Ajax non ce n’era per nessuno, gli ho aperto gli occhi”.

Un aneddoto a cui è rimasto legato?

“Un paio di colpi di testa decisivi. Non in difesa stavolta, ma lì davanti. Partita di campionato in trasferta contro il Willem. Perdiamo 2-0 a mezz’ora dalla fine. Do uno sguardo alla panchina e vedo Sven con gli occhi della tigre. ‘Entra in attacco, fai casino, lavora di sponda’. Mi prese alla lettera”.

Abbiamo capito: quanti gol segnò?

“Due! Più un assist. Vincemmo 3-2. Di testa è davvero forte”.

Altre qualità da segnalare?

“La tecnica di base. Ha un bel lancio lungo, imposta bene. In più mancino: fa sempre comodo”.

L’Ajax l’ha lasciato andare troppo presto?

“Lì i difensori sono tutti veloci. Ten Hag è la prima cosa che vede in un giocatore, e questo è il punto debole di Sven”.

Insomma, il Milan deve sbrigarsi a prenderlo?

“Direi di sì. Sarebbe un gran colpo. È un leader, ha personalità. In più i rossoneri hanno una gran tradizione di olandesi, quindi casca bene”.

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