Borja Valero day: ” Al cuore non si comanda. Ribery? Da lui si impara sempre… anche a 35 anni”

Il centrocampista spagnolo: “Felicissimo di tornare e portare la mia esperienza, come regista oltre che da mezzala . Chiesa? Quando me ne andai già si percepiva il talento”

“Lo abbiamo riportato a casa”. Giancarlo Antognoni presenta Borja Valero spiegando cosa ha convinto i viola a coronare il sogno del centrocampista. “Uno come lui ci serve tantissimo. E aggiunge identità alla nostra squadra”.

PAROLA A BORJA

—  

“Sono felicissimo di essere tornato, ringrazio tutti per l’accoglienza. Andare via fu molto triste per il modo in cui andarono le cose, ma l’Inter in un momento in cui qui la direzione sportiva non mi voleva ha creduto in me e li ringrazio. A Milano sono comunque stato felice, peccato non essere riusciti a vincere qualcosa. Mi allenerò come un bambino piccolo per giocare tutte le partite, accettando poi ogni decisione dell’allenatore. Posso dare una mano per la mia esperienza, per come vedo il calcio e come conosco Firenze. Sono a disposizione per tutti, voglio guadagnarmi il rispetto della gente per ciò che farò, non per ciò che ho fatto nei 5 anni passati qua. Mi sento ancora totalmente un calciatore utile”.

SCELTA DI CUORE

—  

“Quando arrivai nel 2012 facevo parte di una grande rivoluzione della Fiorentina. Ed approfittammo della crisi delle squadre milanesi. Spero si possa tornare a giocare le competizioni europee, serve anche per la crescita di tutti i nostri giocatori. Ruolo? Posso fare anche il regista oltre che la mezzala, deciderà Iachini se e dove farmi giocare. E’ vero, per fortuna avevo tante offerte con più anni di contratto e più soldi, ma al cuore non si comanda e per me tornare era l’unica opzione che avevo in testa. O Firenze o Firenze. Questo ho detto”.

SINGOLI

—  

Carezze per Chiesa. “Federico quando sono andato via era quasi un bambino, ma già si vedeva che calciatore era. Ci stava dando da subito una grande mano: è cresciuto ed ora gioca in Nazionale. Mi auguro per lui una carriera luminosa. Ribery? E’ unico, bisogna stargli accanto ed imparare. Lo farò anche io a 35 anni. A metà campo siamo tanti e molto forti, c’è una grande concorrenza ed in allenamento l’intensità sarà al massimo. Questo è un bene. Ho scelto il numero 6 parlando con mio figlio Alvaro, è il suo giorno di nascita”.

Precedente Vidal pronto ma "congelato". E oggi è alla Ciutat Esportiva Successivo Europa League, il Tottenham rischia ma passa. Ok Wolfsburg e Rangers

Lascia un commento