Bonucci: “In Nazionale una gioia che non c’era da anni. E la mia adrenalina aumenta”

Il difensore si gode l’imbattibilità da nove gare e il bel gioco di Mancini, ma avverte: “L’umiltà è il segreto per fare prestazioni come contro la Turchia. Dovrà essere così fino a fine torneo”

Testa leggera e cuore caldo. Leonardo Bonucci la vedeva così già prima della Turchia, figuriamoci adesso che il mantra ha fatto ampiamente effetto. D’altra parte sono concetti che appartengono alla dottrina di Mancini e quindi non ci si sbaglia. La famosa spensieratezza, no? Certo, non solo quella, perché come ricordava Leo pochi minuti dopo il tris calato sul tavolo turco, “adesso giochiamo a calcio, come ci chiedeva il mister, e questo è stato un cambio rispetto agli ultimi anni”. Di cambi, in realtà, ce ne sono stati parecchi e la fase difensiva è uno di questi. I numeri dicono che gli azzurri hanno chiuso la porta a chiave da nove partite di fila (un gol preso nelle ultime tredici), permettendo a chi si è piazzato fra i pali di mettere insieme 875 minuti immacolati come la neve.

Adrenalina

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Motivi tattici, è chiaro, ma anche motivazioni mentali. Consapevolezza di un percorso chiaro e riuscito. “Ho già detto che questa è la squadra più squadra in cui ho giocato perché lungo gli anni sono passati tanti calciatori in questo gruppo e non c’è mai stato un momento in cui qualcosa è andato storto – riflette Bonucci –. Questo significa un gruppo molto unito e coeso, e questo non a caso porta i risultati che stiamo ottenendo. La rosa è formata da un mix di giovani e meno giovani che stanno bene insieme, è una gioia che non si respirava da anni”. Lui ovviamente appartiene alla parrocchia dei meno giovani. Anzi: con Chiellini è l’unico del gruppo ad aver scollinato le cento presenze azzurre, ma è anche uno di coloro che a un ragazzo appena arrivato a Coverciano sa come indicare la strada giusta. “L’adrenalina è ciò che alimenta la voglia di praticare questo sport ogni giorno. Ne ho tanta e il successo con la Turchia non fa altro che alimentarla. Non vediamo l’ora di scendere in campo domani. Se questa euforia è rischiosa? Ho ripetuto molte volte che l’umiltà è il segreto per fare prestazioni come con la Turchia. Già altre volte abbiamo ottenuto risultati importanti e poi abbiamo azzerato tutto. Sono sicuro che sarà così sino a fine torneo. Questa cosa permette ai giovani di vivere con la giusta tensione”.

Rispetto

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Il torneo intanto sta dicendo che nessuno fin qui è riuscito a regalare un’esibizione come quella dell’Italia. Certo, all’appello mancano ancora Francia, Germania e Portogallo, ma intanto un’idea è lecito farsela. “Oltre alle tre che giocano oggi, per ora la nazionale che mi ha impressionato di più è l’Inghilterra per l’attitudine, il sacrificio e la voglia di portare a casa la vittoria. La Svizzera? Merita grande rispetto, ha giocatori forti e un complesso di gioco ben preciso, in avanti ha uomini che possono decidere la partita da un momento all’altro”. Infine, una considerazione sul “take a knee”, l’inginocchiamento prima del fischio d’inizio contro il razzismo. “Siamo tutti contro ogni forma di razzismo e discriminazione, ma non mi risulta che la Uefa chieda di inginocchiarsi, è una scelta delle singole federazioni. Da parte di tutti comunque c’è senza dubbio una ferma presa di posizione contro il razzismo”.

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