Bonucci all’89’ ribalta il Toro: il derby è della Juve!

Granata positivi per oltre un’ora (gol di Nkoulou), poi Pirlo fa il cambio giusto e McKennie pareggia. Il difensore segna il gol vittoria nel finale

Dal nostro inviato Nicola Cecere

5 dicembre – TORINO

La Juve vince di misura e alla fine, stavolta, ma vince e riprende la rimonta al vertice. Con due reti-fotocopia ispirate dai cross di Cuadrado nel cuore dell’area avversaria, trasformati in gol prima da McKennie e poi da Bonucci. Punizione eccessiva per il Toro scattato in vantaggio, ma è il commento di tante rimonte subite dagli uomini di Giampaolo. E poi subire il ribaltamento di risultato da avversari che sbucano nell’area piccola è un dettaglio che affligge ulteriormente i granata. Mentre la classifica piange lacrime amare.

Tattica aggressiva

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La Juve parte sparata, come se volesse fare un sol boccone del Toro. Addirittura Il calcio di avvio viene calciato verso la porta di Sirigu: forse a titolo dimostrativo o intimidatorio, chissà. Fatto sta che resterà il solo tentativo fino al 44’ quando Dybala, da fuori area, aziona il suo sinistro liftato. Ma il pallone non ha la forza necessaria. E nemmeno l’angolazione per poter impensierire il portiere granata. Il Toro invece graffia subito, su angolo di Ansaldi la palla arriva sul primo palo dove Meité cerca di prolungarla di tacco ma non ci riesce e a deviarla accidentalmente alle sue spalle è Rabiot. Tocco corto che diventa un assist per Nkoulou: esterno destro da cinque metri nell’angolino opposto.

Zaza manca il raddoppio

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Passano quattro minuti e Belotti da metà campo trova il corridoio libero per mettere Zaza in corsa davanti a Szczesny. L’attaccante può calciare col suo piede preferito, il mancino, da dentro l’area: il portiere sembra spacciato e invece respinge in tuffo la conclusione priva di forza. Sfuma così il raddoppio e la Juve riprende la sua manovra di occupazione della metà campo avversaria. Costringendo il Toro a difendersi in dieci. Pirlo chiede a Chiesa e Kulusevski una costante pressione su difensori e portiere per impedire una impostazione lucida della manovra granata. E ci riesce perché spesso tocca a Sirigu rilanciare e i piedi di un portiere non valgono quelli di un centrocampista.

Emozione Belotti

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Quando però la Juve va a sbattere centralmente sulla barriera eretta da Giampaolo, il Torino ha la possibilità e la capacità di pungere in contropiede. Se Linetty e Zaza fossero più ispirati, per i bianconeri il rischio dello 0-2 sarebbe elevato. Ma così non è e Szczesny viene impensierito soltanto da una legnata di Lyanco (fuori) dai venticinque metri e soprattutto da una acrobazia del solito Belotti che al 46’ si avvita in area per colpire un cross di Ansaldi: pallone di poco alto. E si va tutti a bere il the.

Illusione Cuadrado

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La ripresa si apre con una accentuata pressione della Juve che porta Cuadrado a fare il quinto attaccante. L’assenza di Morata viene tamponata dunque con Ronaldo in mezzo, Dybala dietro di lui, Chiesa a sinistra e Kulusevski col rinforzo di Cuadrado a destra. Ma in mezzo non c’è equilibrio e allora al 12’ Pirlo inserisce Ramsey per Kulusevski. Un attimo dopo Dybala calcia dalla bandierina, Rodriguez devia come può, da fuori Cuadrado calcia subito e trova la deviazione di Ansaldi che beffa Sirigu. Però l’arbitro Mazzoleni, al Var, pesca la posizione di fuorigioco attivo di Bonucci davanti a Sirigu che Orsato in campo va a confermare una volta rivista l’azione al monitor. Niente pareggio.

Il sorpasso bianconero

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La Juve deve attendere una ventina di minuti per arrivare all’1-1 valido. Pirlo ha appena proceduto a un doppio cambio inserendo Alex Sandro e McKennie e passando alla difesa a quattro. Su un corner, la difesa granata sale quasi tutta ma restano attardati Singo e Lyanco, bruciati dall’irruzione di McKennie che su cross di Cuadrado di testa mette dentro. Passano una decina di minuti e l’azione si ripete. Stavolta la testa vincente ce la mette Bonucci: il derby è juventino.

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