Bologna, Orsolini fa tardi e Mihajlovic lo esclude

BOLOGNA – Pochi minuti di ritardo alla riunione tecnica sono bastati a convincere Sinisa Mihajlovic a lasciare in panchina Riccardo Orsolini contro la Lazio all’Olimpico. L’episodio non avrà conseguenze. Nessuno strascico, niente di niente. È stato lo stesso Miha a chiedere alla società di blindare Orso che dunque non sarà ceduto. Tuttavia, l’episodio (in cui è rimasto coinvolto anche Kevin Bonifazi, entrato nel secondo tempo per via della coperta corta del reparto difensivo) qualche interrogativo lo pone.

Il Bologna soffre in punta

Il primo: a chi erano rivolte le parole pubblicate da Orsolini sui social dopo la partita? Ecco il post apparso nelle storie di Instagram del giocatore rossoblù: «Intelligenza è mettere sempre in discussione se stessi. Stupidità è mettere in sempre in discussione solo gli altri». Orsolini non solo era quotato e dunque in lizza per un posto da titolare, addirittura nelle ultime ore il giocatore si era guadagnato una maglia da titolare da indossare vicino ad Arnautovic.

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Bologna, cambi

Alla fine: zero minuti. E non ci sono motivi tecnici: Orsolini è rimasto in panchina per l’episodio pre-riunione tecnica, un atteggiamento non ritenuto in linea con i comportamenti da squadra che vuole Mihajlovic. Questa è perciò una settimana importante per Orso. Non tanto per il mercato, che rimane off-limits per il giocatore ascolano, quanto per la riconquista di quella maglia che avrebbe dovuto indossare dal primo minuto a Roma contro i biancocelesti. Interpellati, i componenti del suo entourage hanno fatto sapere che Orso «non stava al cento per cento». Invece no, i minuti di ritardo hanno fatto arrabbiare Mihajlovic che all’ultimo momento ha cambiato la formazione, dando a Sansone la maglia da titolare vicino a Marko (Sansone era comunque stato provato in quel ruolo durante la settimana) e a Cambiaso quella di esterno sinistro con il conseguente spostamento di Lykogiannis a braccetto di sinistra in difesa.

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Bologna, la stagione

Mihajlovic non si lega nulla al dito, come sempre preferisce chiarimenti, discussioni da uomo a uomo. È stato così con Medel, in passato il cileno e l’allenatore serbo avevano avuto visioni del mondo diverse. Poi si erano parlati, confrontati, confronti costruttivi, e le cose erano andate a posto. Medel è oggi un pilastro di cemento della difesa rossoblù. Con Orsolini può accadere lo stesso. C’è sempre stato un tira e molla, tra i due. Anche in passato. Ma è chiaro che questa è una stagione decisiva, soprattutto per Orso. Arrivato a gennaio del 2018, il calciatore cresciuto ad Ascoli affronterà la sesta stagione in maglia rossoblù. Con il Bologna Orso ha collezionato 150 presenze (143 in A e 7 in Coppa Italia), ma più volte è sembrato sul punto di andare via. Mihajlovic confida che il ragazzo, 25 anni, trovi una stagione all’altezza dei suoi sogni. Anni fa sembrava destinato alla Nazionale, nuovo talento azzurro. Tutto è possibile. Ma Orso deve prima imporsi in campionato. Il Bologna, in questo, è un orizzonte necessario.

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