Bologna, Orsolini e Barrow alla ricerca del dribbling perduto

BOLOGNA – C’era una volta il Bologna che volava con le sue ali. O meglio ancora, erano le ali che facevano volare il Bologna. E che addirittura consigliavano gli allenatori, vedi Igor Tudor allora tecnico dell’Udinese, a impiegare i propri esterni bassi a piede invertito per impedire agli esterni alti di Sinisa Mihajlovic di poter fare la differenza. Avendo visto personalmente dalla tribuna come Riccardo Orsolini e Nicola Sansone avevano determinato nella trasferta precedente di Brescia, contro il Brescia. Tanto per capirci, Tudor preferì Stryger Larsen che è un destro naturale a sinistra per andare a prendere meglio l’Orso quando si buttava dentro il campo e Sema che è un sinistro per fare altrettanto con Sansone. Siamo a un anno fa e quei tempi sembrano lontani tre vite, perché da allora Orsolini è discontinuo e vive più di bassi che di alti, e perché Sansone si è smarrito, e non solo per colpa dei suoi guai fisici. Eppure nel frattempo in quel settore il Bologna è stato anche rafforzato, alla luce del fatto che ai due più Andreas Skov Olsen nel gennaio passato è stato aggiunto Musa Barrow e che da settembre Mihajlovic può contare anche su Emanuel Vignato.

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Finalmente dalla partita di domani contro il Verona Sinisa riavrà tutti a disposizione, anche se il danesino e Sansone avranno bisogno di ritrovare i giusti ritmi partita dopo aver convissuto con due infortuni seri, rispettivamente una vertebra fratturata con conseguente intervento chirurgico e una lesione di primo grado a un polpaccio. Ed è inutile nascondere come il loro rendimento sul campo sarà fondamentale, perché solo se le ali del Bologna torneranno a essere quelle che erano, la squadra potrà mettersi alle spalle le ansie e le difficoltà attuali. 

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