Bologna, Motta chiede rinforzi. Che fa Saputo?

BOLOGNA – Chi si si aspettava il salto di qualità da parte della squadra è rimasto ancora una volta deluso, inutile nascondere come il Bologna abbia fatto scena muta e di conseguenza costruito una prestazione anonima giovedì all’Olimpico contro la Lazio. Detto che la squadra finisce per essere sempre lo specchio della società, va evidenziato (appunto) come almeno fin qua lo stesso Bologna di Joey Saputo (che oggi arriverà a Bologna) questo benedetto salto di qualità non lo abbia mai fatto. D’altra parte i numeri sono estremamente indicativi, e il fatto che non sia ancora riuscito a superare i 51 punti fatti in campionato dal Bologna del presidente Albano Guaraldi e di Stefano Pioli e i quarti di finale di Coppa Italia dell’anno successivo, 2012-’13 (ricordiamo che i rossoblù furono eliminati per un errore di Agliardi su colpo di testa di Ranocchia al minuto 120 quando ormai la convinzione di tutti era quella che Bologna e Inter si sarebbero giocate la conquista della semifinale ai rigori) non è sicuramente un’opinione ma una realtà amara, perché con una proprietà tanto forte economicamente Bologna avrebbe sperato di vivere annate cariche di luci e non condite di campionati impalpabili, senza sussulti, se non quelli legati alla rimonta straordinaria e alla successiva salvezza del Bologna di Sinisa Mihajlovic.

La società dia l’esempio

Al di là dell’eliminazione in Coppa Italia contro la Lazio che brucia non tanto per il risultato ma per l’atteggiamento fuori luogo il Bologna ha la possibilità di costruire un girone di ritorno importante, guai se lo sbagliasse la squadra, certo, ma prima non devono sbagliarlo né la proprietà né la società, entrambe chiamate ad inviarle messaggi e segnali giusti in questa ultima settimana di mercato. Perché non possiamo aspettarci che debbano essere ambiziosi il tecnico e i calciatori se non evidenziano di esserlo sia il presidente che i suoi ministri. Dove vogliamo arrivare è facile: Thiago Motta va accontentato e per poterlo accontentare gli vanno messi a disposizione i due rinforzi che ha chiesto. «Abbiamo le idee chiare su quello che serve, va fatto un inserimento in un ruolo e possibilmente un secondo inserimento in un altro», ha dichiarato l’allenatore rossoblù il giorno prima di Lazio-Bologna. Già Thiago Motta sperava di poter contare su entrambi e non è stato così, quel suo “prima arrivano e meglio sarà”, no, non era un pensiero banale, a questo punto quanto meno sarebbe importante che Saputo e il suo capo azienda Fenucci non gli cambiassero il numero dei rinforzi, finendo per regalargli solo un esterno sinistro di difesa e non anche un esterno di attacco o un centrocampista adattabile in quel ruolo.

Terzic, ma a numeri giusti

Terzic, Calafiori, Kyriakopoulos, Reabciuk, deciderà Saputo quanto investire e di conseguenza su chi investire, è chiaro, ma è altrettanto chiaro che i suoi ministri dovranno consigliarlo su quello che è opportuno fare. E lasciatecelo dire, sarebbe triste se il Bologna decidesse di pensare solo all’oggi e di fare il minimo indispensabile, non avendo l’ambizione di poter chiudere l’annata nella parte sinistra della classifica, anche perché mettersi avanti con il lavoro per la costruzione del domani rappresenterebbe finalmente un segnale di volontà di crescita. Tornando all’esterno, Terzic continua a essere la priorità, ma Sartori e Di Vaio non hanno alcuna voglia di farsi prendere per la gola dalla Fiorentina, poi in fondo possono aspettare il serbo anche fino a luglio o addirittura a fine contratto per rilevarlo a parametro zero, ripiegando per il momento su un altro terzino altrettanto affidabile.

Lazio-Bologna, l'Olimpico ricorda Mihajlovic

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