Bogarelli, il Gigante dei diritti sportivi

ROMA – Aveva la visione. Quello che gli altri neanche immaginavano lui lo aveva già capito e sapeva cosa farne, come sfruttarlo e come monetizzarlo. Il re dei diritti o il padrone del calcio oppure ancora il signore del vapore, le definizioni per Marco Bogarelli potrebbero sprecarsi e sono state tutte utilizzate nel corso dei decenni. Aveva più di altri la sperimentazione nelle sue corde, la capacità progettuale, è stato un personaggio che nel bene e nel male ha stravolto il mondo del calcio e dei diritti tv, un innovatore con un’idea del business, che sapeva essere anche molto umano, sensibilità che spesso non immagini di trovare in chi siede a un tavolo di contrattazione, deve fare il pugno duro e decidere su due piedi se pagarti dieci o mille lasciandoti deluso o regalandoti felicità.

   Se l’è portato via una polmonite di quelle che il Covid rende invincibili, Marco Bogarelli. Ci ha lasciati l’altra notte, sconfitto dal virus – lui che odiava perdere – era ricoverato da più di una decina di giorni in ospedale a Milano e la speranza era che anche questa battaglia l’avrebbe alla fine vinta. E invece non è stato così, nonostante le cure e le terapie, l’ansia degli ultimi giorni, le fatiche del dolore. Aveva 64 anni, era nato a Milano il 19 dicembre 1956, lascia la moglie Raffaella e le tre figlie Beatrice, Margherita e Viola. Manager delle telecomunicazioni, dello sport e del calcio in particolare, aveva amato tutto di quel mondo in maniera spasmodica, lo aveva frequentato, scandagliato, parcellizzato in asset da vendere. Tutto, dalla pallacanestro allo sci al sacrosanto pallone. Ex presidente di Infront Italy, ha dominato la scena per un ventennio, sempre presente in ogni trattativa in prima persona o come consulente, come parte in causa. E il destino scrive le storie in un modo o nell’altro, Bogarelli se ne è andato proprio nel giorno in cui la Serie A stava cercando di assegnare i diritti tv del prossimo triennio, ma anche ieri c’è stata una nuova fumata grigia. Lui le ha gestite per anni e forse non si sarebbe sorpreso neanche stavolta, i tempi sono cambiati, nulla sarà come prima.

   Laureato in Economia alla Bocconi, di fatto è stato il pioniere italiano dei diritti tv sportivi. Sapeva, conosceva, sperimentava e voleva offrire al pubblico sempre cose nuove, dalla tecnologia alle discipline sportive. Nei primi anni novanta si è concentrato sulla gestione dei diritti tv sportivi fondando nel 1995 la società di consulenza Media Partners che nel 2006 è stata acquisita da Infront Sports & Media. Bogarelli è stato per anni uno dei manager di punta: oltre a sedere nel Cda del gruppo, è stato presidente di Infront Italy. Nel febbraio 2015 Infront è stata ceduta da Bridgepoint alla cinese Wanda per 1,05 miliardi di euro e a maggio 2016 Luigi De Siervo è stato nominato ad di Infront Italy e Bogarelli è andato a dirigere lo sviluppo strategico di Wanda Sports.

Alla guida di Infront Italy è stato “il re dei diritti tv” della Serie A e gli piaceva la definizione come il ruolo che ha gestito con sfrontatezza cercando sempre di essere un filo sopra le cose e mai sotto. Ridurre il gap con l’estero, con gli altri top campionati, Premier e Liga, Bogarelli trattava di contratti e fissava i prezzi, studiava come rendere il prodotto più appetibile, come veicolarlo meglio al pubblico a casa e come renderlo fruibile a chi andava allo stadio. Il calcio in vetrina venduto al miglior acquirente, uno show con un valore economico altissimo. E senza esclusione di colpi anche proibiti, il commercio è da sempre un gioco difficile. Aveva dovuto lasciare la carica di amministratore delegato di Infront Italy nel 2015-2016 per una inchiesta della Procura di Milano che si è chiusa con una archiviazione. Infront con lui era l’advisor della Lega serie A, gli imputarono di aver pilotato le aste dei diritti televisivi a favore di Mediaset e a danno di Sky: il Tribunale del Riesame alla fine stabilì che non vi era associazione a delinquere, non riconoscendo illeciti di natura penale.

   Poi c’è stata la consulenza con gli spagnoli di Mediapro che nel precedente triennio di rinnovo avevano tentato di acquistare i diritti tv della Serie A. Fu lui a condurre i vertici di Mediapro in via Rosellini quando il gruppo spagnolo si aggiudicò i diritti tv nel 2018, prima che l’assegnazione venisse invalidata a causa della mancata presentazione di sufficienti garanzie bancarie. E più di recente c’è stato anche il Mantova, una partecipazione di minoranza, una delle sue avventure in quel mondo che ha davvero amato. Il calcio dicevamo, ma anche il basket ha fatto parte della sua grande visione delle cose. Ha portato la Nba in Italia per primo, ha contribuito allo sviluppo mediatico della pallacanestro in Italia, ha acquistato la storica rivista “I giganti del basket”, insieme al fratello Bruno, hanno affiancato la Lega Basket nella commercializzazione dei diritti tv e nel lancio delle prime piattaforme web, hanno organizzato grandi eventi con le squadre Nba in Italia, con Dan Peterson hanno dato visibilità e notorietà al movimento. Umberto Gandini, presidente della Lega Basket, ha perso un amico e non solo: «Conoscevo Marco e suo fratello Bruno dalla fine degli anni ottanta, è stato un antesignano in tutto quello che ha realizzato, da Media Partners in poi, con la sublimazione di Infront, ma non solo in materia di diritti tv sportivi, anche nell’evoluzione tecnologica. Era molto avanti, era coinvolto, sapeva quello che accadeva all’estero. Ai tempi di Mediaset con Galliani avevamo acquistato le gare di coppa del mondo di sci. E poi gli anni del basket, ieri lo abbiamo ricordato come Lega, ha dato e fatto tanto per tutto il nostro mondo. Ci mancherà».

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