Bocalon al 93′, il Venezia torna in Serie A dopo 19 anni. Cittadella, niente impresa

La squadra di Zanetti incassa il gol di Proia e gioca in 10 per quasi un’ora, ma stringe i denti e pareggia nel recupero: ora il quadro del prossimo campionato è completo

Ci sono voluti 19 anni di delusioni, fallimenti, ripescaggi, cadute drammatiche e faticose risalite, ma adesso il Venezia è di nuovo in Serie A. Ai lagunari è bastato l’1-1 del Penzo, sigillato da una rete di Bocalon al 93’, per mettere fine a un incubo iniziato nel 2002. È il capolavoro di Paolo Zanetti, allenatore alla terza esperienza in panchina e già destinato a un futuro da protagonista in A: chiamato in estate per migliorare l’undicesimo posto di Alessio Dionisi, Zanetti non è stato solo in grado di superarlo, ma addirittura di seguire l’allenatore dell’Empoli nella massima serie. È la promozione del gioiellino Maleh, tra i migliori prospetti del calcio italiano e già di proprietà della Fiorentina, che ha piazzato l’assist decisivo anche oggi; di Francesco Forte, retrocesso l’anno scorso con la Juve Stabia dopo 17 gol e autore di 15 reti in stagione, il migliore dei suoi; di Mattia Aramu e Dennis Johnsen, rifinitori diversi ma altrettanto efficaci; del “Doge” veneziano Riccardo Bocalon, finito in C due anni fa e autore, oggi, del gol che ha cacciato via tutti i fantasmi; di capitan Modolo e del perno Taugourdeau, del redivivo Molinaro e degli esperti Maenpaa e Pomini, portieri di 36 e 40 anni il cui apporto è stato fondamentale. Ed è il giusto premio per una città che dall’ultima retrocessione dalla A, nel 2002, ne ha viste davvero tante, da tre fallimenti ai playout persi con la Salernitana nel 2019, con la Serie C evitata solo per i guai del Palermo. Una città, tra le più importanti d’Italia, che finalmente torna tra le squadre più importanti d’Italia.

RIMPIANTO CITTA

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Per il Cittadella è la seconda sconfitta in finale in tre anni, ancora in un derby. Nel 2019 la spuntò il Verona, capace di vincere per 3-0 al Bentegodi dopo lo 0-2 del Tombolato. Questa volta, se possibile, la sconfitta brucia ancora di più: perché il Venezia è sceso in campo contratto e nervoso, perché i granata hanno trovato subito il gol e hanno giocato per un’ora con un uomo in più. Non è bastato, perché il previsto assalto nel secondo tempo non c’è stato. La squadra di Venturato ha tenuto di più il possesso e ha giocato stabilmente nella metà campo avversaria, ma Maenpaa ha corso un rischio solo con una botta da fuori area di Branca, deviata in angolo. Troppo poco: per il quinto anno di fila il Cittadella abbandona la possibilità di arrivare in A attraverso gli spareggi. I granata ci riproveranno l’anno prossimo, chissà se ancora con Roberto Venturato. È una serata amara per il capitano Manuel Iori, all’ultima partita in carriera.

LA PARTITA

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Le squadre si presentano con gli schieramenti soliti: 4-3-3 per Zanetti, 4-3-1-2 per Venturato, che deve rinunciare a Baldini. È Aramu a creare la prima occasione al 10’: il suo mancino da fuori area, però, è centrale e facile per Kastrati. Tre minuti dopo si fa vedere il Cittadella, con un colpo di testa di Tsadjout facile per Maenpaa. La gara rimane equilibrata fino al 26’, quando passano in vantaggio gli ospiti: palla in verticale di Iori, buco di Ceccaroni e inserimento perfetto di Proia, che sfugge a Molinaro e di prima batte Maenpaa: nono gol stagionale per il numero 8 granata, capocannoniere dei suoi. Le cose si fanno complicatissime per il Venezia al 36’: Mazzocchi, appena ammonito, stende Donnarumma e si becca il secondo giallo in 30 secondi, lasciando i suoi in 10. Zanetti è costretto a correre ai ripari facendo entrare Ferrarini per Aramu. Nella ripresa è ancora il Cittadella a sfiorare il gol, con un sinistro al volo da fuori area di Branca che costringe Maenpaa alla deviazione in angolo. Al 65’ Modolo si fa vedere in area e cade dopo un contatto con Donnarumma, Orsato vede e lo ammonisce per simulazione. Al 93’ è Riccardo Bocalon, con un una zampata su assist di Maleh, a portare il Venezia in Serie A.

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