Boateng, 3 gol in 18 minuti: nel 2011 la clamorosa rimonta del Milan a Lecce

Sotto 3-0 al termine della prima frazione, i rossoneri si imposero per 4-3 grazie alle prodezze del ghanese, entrato all’intervallo e inizialmente in panchina per qualche uscita notturna di troppo. Di Yepes la rete decisiva

La bellezza dell’impresa sta nel fatto che nasce da una bocciatura. Sorge come frutto della rabbia e della frustrazione, è una reazione (persino esagerata nei termini) a quello che si considera un torto subito. Il carattere dell’uomo, meraviglioso nella sua complessità, nasconde tra le sue ombre anche simili sfaccettature.

Nel caso specifico, la bocciatura è l’esclusione di un giocatore importante dalla formazione titolare a causa di un comportamento poco professionale tenuto nei giorni immediatamente precedenti a una partita. L’impresa è ciò che il medesimo giocatore, spedito in campo dall’allenatore quasi per disperazione, riesce a combinare in pochi, pochissimi minuti: diciotto, per la precisione.

BOA FUORI

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La scena di quello che a tutti gli effetti è un classico melodramma è lo stadio di Via del Mare di Lecce. E’ il 23 ottobre del 2011, il calendario del campionato propone la sfida tra il Lecce e il Milan campione d’Italia guidato in panchina da Massimiliano Allegri. I rossoneri non attraversano un periodo brillante, in testa alla classifica c’è la Juventus. La trasferta di Lecce, nelle intenzioni del tecnico e soprattutto per volere della società, deve rappresentare un punto di svolta, il momento in cui si chiude un capitolo e se ne apre uno nuovo. Berlusconi e Galliani non lo dicono apertamente, ma lo fanno capire. E Allegri, che sa bene quanto siano rumorosi certi silenzi, capisce l’aria che tira: non si può scherzare con il fuoco e non si può vivere in eterno sulla gloria di uno scudetto conquistato qualche mese prima. Quando compila la formazione Allegri soppesa tutti i pro e tutti i contro. Si confronta con i collaboratori, chiede qualche consiglio, poi prende la penna e comincia a scrivere. A sorpresa dall’undici titolare resta fuori Kevin Prince Boateng, la cui colpa è quella di aver ecceduto nelle uscite notturne, in giro per i locali alla moda di Milano proprio in un periodo in cui la squadra non sta girando a mille. Boateng non la prende bene, ma si adegua: non ha alternative. Si accomoda in panchina e, anche se con il muso lungo, si prepara ad assistere alla partita.

LECCE TRAVOLGENTE

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Per l’occasione Allegri manda in campo la seguente formazione: Abbiati in porta; Abate, Nesta, Yepes e Antonini in difesa; Ambrosini, Van Bommel e Nocerino in mezzo al campo; Robinho, Ibrahimovic e Cassano in attacco. Il Lecce, guidato da Eusebio Di Francesco, ancora a secco di vittorie in casa, si presenta così: Benassi in porta; Oddo, Tomovic, Esposito e Mesbah in difesa; Obodo, Strasser e Giacomazzi a centrocampo; Grossmuller e Cuadrado in appoggio a Corvia. Sulla carta, a guardare i nomi, non ci dovrebbe essere partita. I tre tenori rossoneri (Robinho, Ibrahimovic e Cassano) da soli valgono quanto tutto il Lecce, e forse di più. Invece, quel dispettoso autore di melodrammi che è il destino si diverte a costruire una storia che ai più sembra inverosimile. Non ci credono neppure i tifosi del Lecce. Minuto 4: gol di Giacomazzi. Minuto 30: gol di Oddo su calcio di rigore. Minuto 37: gol di Grossmuller. Alla fine del primo tempo il risultato è di 3-0 a favore del Lecce. Roba che neppure Nostradamus avrebbe potuto immaginare.

ENTRA KEVIN PRINCE E…

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Poi succede che nei quindici minuti di intervallo, probabilmente alle prese con la disperazione più cupa, Allegri decide di rimangiarsi tutto: fuori Ambrosini e dentro Aquilani, e soprattutto fuori Robinho e dentro Boateng. E pazienza se in settimana ha esagerato con la vita notturna, e pazienza se mettendolo in panchina ha voluto dare un segnale a tutto il gruppo, e pazienza se i principi vengono calpestati: ciò che conta è recuperare il risultato, trasformare la disfatta in impresa. Boateng entra in campo con una rabbia addosso che potrebbe affrontare da solo un intero esercito. Scarica un sinistro all’incrocio dei pali al minuto 4, replica di destro al minuto 10, confeziona la rete del pareggio al minuto 18, e Allegri in panchina scuote la testa e chissà che cosa pensa in quell’istante: che ha sbagliato a non schierarlo dall’inizio o che è stato un genio a farlo entrare nel secondo tempo? Quando al 38′ una capocciata di Yepes regala al Milan un successo che sembrava un miraggio, esplode la felicità. Boateng, autentico eroe e trascinatore di una squadra che, nel primo tempo, sembrava un ectoplasma, abbraccia tutti i compagni, nessuno escluso. Ad Allegri riserva soltanto un’occhiataccia, e va bene così. In fondo, a scatenare la sua rabbia che si è trasformata in una meravigliosa tripletta, è stata proprio la bocciatura iniziale decisa dall’allenatore. Chissà, se non ci fosse stata quella, che cosa sarebbe successo?

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