Berti: “Lautaro, San Siro e superiorità tecnica: Inter, non puoi temere lo Sheriff”

Il grande ex sul bivio Champions: “A Roma tanti cross con cui Lautaro l’avrebbe chiusa. Il Meazza può dare la spinta decisiva. E loro con Shakhtar e Real hanno avuto un gran culo”

Luca Taidelli

19 ottobre – Milano

“Si vince 4-0, ma ne bastano anche due…”. Nicola Berti è il solito vulcano di ottimismo. Anche se l’Inter è reduce dalla brutta sconfitta con la Lazio e domani in Champions si gioca tutto contro lo Sheriff. Appena rientrato da un tour tra gli Inter Club della Puglia, l’ex centrocampista che in Coppa Campioni ha segnato il gol più iconico della carriera (la cavalcata coast to coast in casa del Bayern) anticipa per noi la sfida di domani sera al Meazza.

Partendo dai consigli per l’uso: “I tifosi nerazzurri devono invadere San Siro! Serve la spinta di tutti”

Nicola Berti, partiamo da sabato scorso. Che idea si è fatto di Lazio-Inter?

“Partita molto strana. Nel primo tempo l’avevamo impostata benissimo, sfruttando i punti deboli della Lazio con i nostri cambi di gioco. Anche il rigore del vantaggio è arrivato così”.

“Non l’abbiamo chiusa, è arrivato il pareggio in modo abbastanza casuale e ci siamo innervositi. Perdere la testa in quel modo non va bene, ma credo e spero che si sia trattato soltanto di un episodio. Senza dimenticare che la Lazio è una buonissima squadra”.

L’Inter sembra incapace di gestire alcuni momenti del match. Chi crede che dovrebbe farsi sentire in campo?

“Il nostro leader silenzioso è De Vrij. Ha fatto qualche errore nelle ultime due gare, ma le ultime stagioni confermano che si tratta di un grande giocatore”.

Le recenti disattenzioni soprattutto dei difensori potrebbero essere legate al fatto che Conte li ‘martellava’ come nessun altro sa fare?

“Non credo. Giù le mani da Inzaghi che sta facendo un grande lavoro. Il match con la Lazio va cancellato, bisogna resettare perché ci attendono due sfide decisive”.

Chi sarà il trascinatore contro lo Sheriff?

“Barella e Brozovic. Anche se Nicolino ogni tanto deve darsi una calmata, resta la nostra anima. Lui gode di più libertà in campo rispetto a Brozo, che però fa tanto lavoro sporco: oltre a macinare chilometri, fa girare tutta la squadra”.

Lo Sheriff a questo punto fa paura?

“Ma non scherziamo! La differenza tecnica è evidente. E dopo le prime due vittorie è impossibile prenderli sotto gamba. Non dimentichiamoci però che contro Shakhtar e Real hanno avuto un gran bel culo. Benzema e compagni hanno creato e sprecato una marea di palle gol”.

Quanto peserà la spinta di San Siro?

“Tantissimo. Tifosi, andate allo stadio e spingete la squadra. Nelle serate giuste al Meazza si crea un’atmosfera unica”.

Quali saranno gli uomini decisivi?

“Dico Dzeko e Barella. Ma anche Lautaro, che pure in Champions non segna da tanto, può essere un’arma pesante. Il Toro ha l’istinto per attaccare il primo palo che manca a molti compagni. Contro la Lazio, quando eravamo ancora in vantaggio, sono arrivati tanti cross su cui lui sarebbe andato a nozze”.

Contro un avversario che si chiuderà molto, cosa sarà importante fare?

“Serve tutto. Dai dribbling di Perisic alla capacità di fraseggio per allargare la loro difesa. Poi bisognerà innescare bene i nostri colpitori di testa. A quello penseranno Dimarco e Calhanoglu. Sperando che il turco si riprenda…”.

Un pronostico?

“Vinciamo 4-0”.

Addirittura.

“In effetti va bene anche un 2-0… Senza vittoria saremmo fuori dagli ottavi di Champions per la terza stagione consecutiva. Non voglio nemmeno pensarci”.

Crede che sarà decisiva anche la sfida di domenica contro la Juve?

“Sì. Siamo soltanto alla nona giornata, quindi in termini aritmetici non può esserlo. Ma se battiamo la Juve la rimandiamo a -6, prendiamo consapevolezza negli scontri diretti e troviamo lo slancio giusto per affrontare Milan e Napoli a novembre”.

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