TORONTO (Canada) – Continua a tenere banco il divieto imposto dalla Fifa sulle fasce ‘One love’, che molti capitani erano pronti ad indossare durante i match di Coppa del Mondo, mettendo di fatto a tacere il messaggio di solidarietà nei confronti della comunità Lgbtq. Se la Germania, impegnata in prima fila nel sostegno alla causa dei diritti civili, è scesa in campo – ‘imitata’ dal Giappone’ – con i colori dell’arcobaleno sulla manica, l’ex esterno della Juventus Federico Bernardeschi, passato la scorsa estate a parametro zero al Toronto, entra a gamba tesa sulla questione in diretta a ‘Il Circolo dei Mondiali’ su Rai Uno al termine di Belgio-Canada.
Bernardeschi: “Il mondo dovrebbe insorgere”
Mentre in studio si commenta l’episodio avvenuto prima di Germania-Giappone, in collegamento da Toronto, Federico Bernardeschi ha espresso il proprio pensiero sulla delicata tematica: “Faccio questo gesto – mostrando la mano dipinta con i colori dell’arcobaleno – perché i diritti civili, la libertà di espressione, quella di pensiero e il poter scegliere il proprio credo, siano cose inviolabili nella vita. Nessun essere umano, nessun governo, nessuna politica, nessuna amministrazione di qualsiasi genere può e deve violare i diritti civili. È una cosa abominevole. Quando si calpestano i diritti civili in questo modo, il mondo dovrebbe insorgere. Purtroppo, vedo che stiamo ancora molto attenti a come esprimersi, ma non è così che si combattono le battaglie, soprattutto quelle sui diritti civili. Ci sono persone che hanno fatto la storia in questa tematica e noi nel 2022 stiamo ancora qui a dire ‘Sì, ma forse, ma perché…’. No! Sui diritti civili non c’è storia, si sta dalla parte della giustizia. Sono molto emozionato nel dire queste cose“.
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