Benevento, don Oreste un uomo solo al comando

L’annuncio della possibile uscita di scena di Oreste Vigorito va ben oltre il calcio sannita di cui il facoltoso magnate dell’eolico è stato un propulsore senza precedenti e non emulabile. E non solo perché nella terra delle streghe non c’è stato un precedente accostabile per risultati e investimenti all’imprenditore di Ercolano che nel variegato mondo pallonaro italiano s’è ritagliato un ruolo tutto suo, pagando il conto sempre. Alla finale degli ultimi playoff, dove il Benevento non è riuscito ad arrivare (ma non era scontato ed è rimasto in buona compagnia) la domanda ricorrente era la seguente: «Ma davvero Oreste lascia? Un disastro per Benevento e una grave perdita per il movimento». Eh sì, perché nel calcio sempre più preda di fondi di investimento con redditi da Stati sovrani, avere un presidente in carne e ossa, con atteggiamenti paternalistici – che poi danno fastidio solo ai soliti noti – non è una sciagura! Anzi. È stata una risorsa inesauribile. Mentre primarie società del Sud, infatti, sono state travolte dai debiti – Palermo e Bari i casi più clamorosi – il Benevento s’è fatto largo regalando gioie inenarrabili. Sedici anni di crescita ininterrotta che hanno fruttato la prima B e subito dopo la storica A nel 2017 con Marco Baroni in panchina. Evento bissato a colpi di record da Pippo Inzaghi nel 2020 schivando strampalati e maldestri tentativi di cristallizzazione delle classifiche (A e B) per il lockdown. L’orgoglio del patron è emerso dirompente in quella circostanza. Quando ci fu chi provò a negare il merito sportivo. Vigorito minacciò di ritirare la Strega per sempre. Chi doveva capire, capì. E il Benevento completò quella fantastica stagione in A. Come era giusto che fosse e nel rispetto dei risultati del campo e della gente che non meritava un’umiliazione simile. Ma senza quella presa di posizione forte e irremovibile del patron sannita non è escluso che i tifosi, le Istituzioni e la città non l’avrebbero patita. La difesa dell’immagine e della dignità non solo del club ha avuto un valore enorme che non tutti hanno compreso e apprezzato. Più importante dell’ingente immissione di risorse di cui hanno beneficiato tutti, non solo i calciatori strapagati. Ecco perché la mobilitazione di ieri sera è stata doverosa. Vigorito prima dei soldi ci ha messo il cuore. E un orgoglio che non tutti hanno avuto o esternato con la stessa passione. Facendolo spesso sentire un uomo solo al comando!

Precedente Nations League, Morata non basta alla Spagna, Haaland esalta la Norvegia Successivo "La Juve dialoga con l'Arsenal per uno scambio Arthur-Martinelli"