Bella ma senza peso, ora la Germania rimpiange un vero centravanti

Venticinque anni dopo l’ultimo successo continentale con Bierhoff, i tedeschi scoprono le lacune di un sistema che cresce i giovani sulla versatilità. Non a caso in Bundesliga i bomber sono tutti stranieri

Dall’inviato Pierfrancesco Archetti

16 giugno – MONACO DI BAVIERA

Il prossimo 30 giugno la Germania celebrerà i venticinque anni dell’ultimo titolo europeo vinto. A Wembley, nella finale contro la Repubblica Ceca, a segnare due reti, tra cui il golden gol, fu Oliver Bierhoff: un centravanti classico, vecchia scuola. Fisico, elevazione, determinazione. Nella partita persa martedì sera contro la Francia, al debutto dell’Europeo, si è notata ancora una volta la mancanza di un vero nove, in un mondo ormai popolato da falsi nove. La nazionale tedesca ha mostrato un buon palleggio fino alla trequarti, e dalle fasce sono arrivati anche alcuni cross interessanti, con Gosens e nella ripresa con Kimmich, ma nel cuore dell’area hanno dominato Varane e Kimpembe. “Ci è mancato lo spunto nei sedici metri” ha ammesso l’allenatore Joachim Löw.

ADATTATI

—  

La punta centrale era Serge Gnabry, che nel Bayern non si sognerebbe mai di prendere il posto di Robert Lewandowski. Nel match di martedì si scambiava la posizione con Thomas Müller e Kai Havertz, nemmeno loro prime punte. E quando sono entrati Timo Werner e Kevin Volland, l’unico vero nove della rosa, la situazione non è migliorata. La mancanza di peso centrale non è nuova. Dal ritiro di Miro Klose, ultimo prototipo di una tradizione costruita anche da Gerd Müller e Rudi Voeller, la ricerca di un sostituto non ha prodotto grandi risultati. In Bundesliga il centravanti da titolo (del campionato e di capocannoniere) è Lewandowski, polacco; poi André Silva, portoghese; Erling Haaland, norvegese, quindi Andrej Kramaric, croato, oppure Wout Weghorst, olandese che ha portato il Wolfsburg in Champions, e all’Europeo ha già segnato all’Ucraina.

I RAGAZZI

—  

I centri di formazione giovanile, fiore all’occhiello del movimento calcistico tedesco, addestrano i ragazzi alla versatilità tattica e alla polivalenza offensiva, ma adesso non riescono a scovare e formare un centravanti vecchia maniera, però con caratteristiche moderne. Miro Klose al Mondiale russo era entrato nello staff della nazionale proprio per affinare la sensibilità offensiva. Martedì sera era in tribuna insieme a Hansi Flick, c.t. della nazionale dopo l’Europeo, che erediterà anche questo problema. Ma la Germania deve risolverlo subito, se vuole passare il turno. E Oliver Bierhoff, venticinque anni dopo, gioca le partitelle in allenamento ma non è più schierabile in quelle vere.

Tifa Italia con noi! Solo fino a quando gioca la Nazionale accedi ad una offerta mai vista prima: la Digital Edition del quotidiano Gazzetta per la prima volta ad un prezzo di 2,99€/mese per 12 mesi! Attivati ora!

Precedente ITALIA SVIZZERA, MOVIOLA IN DIRETTA/ Var stoppa l'arbitro: fallo di mano di Chiellini Successivo Danimarca, c.t. Hjulmand: "Giusto rigiocare subito, abbiamo una motivazione extra"

Lascia un commento