Baggio senza filtri: “Spacco la legna e uso il trattore. Lasciare il calcio…”

In una bella intervista a Repubblica, in edicola domani nel magazine Venerdì, il Divin Codino racconta la sua quotidianità, ma non solo

Mettiamoci d’accordo: quelli che senza pallone si sentono appagati e felici sono dei falliti? Lasciare il calcio mi ha ridato vita e ossigeno. Spacco la legna, uso il trattore e la sera sono così stanco che mi gira la testa“. Roberto Baggio, senza calcio, è un uomo felice. A contatto con la natura, a contatto con la sua anima. Lontana dal frastuono del pallone, e forse per questo ancor più appagata. Nella semplicità, nelle piccole cose. Nella purezza che lo ha sempre contraddistinto. In una bella intervista a Repubblica, in edicola domani nel magazine Venerdì, il Divin Codino racconta la sua quotidianità, ma non solo:

LONTANO DAL CALCIO – “Sono a contatto con la natura, che è la cosa più bella. Poi, faccio dei lavori che mi danno soddisfazioni. Mi accontento delle cose più piccole, che alla fine sono anche le più belle”.

ATTACCANTI FAVORITI – “Non solo io, ma anche tutti quelli che hanno fatto parte della mia epoca oggi sarebbero felici di giocare in un calcio dove gli attaccanti sono protetti dalle nuove regole. Se solo penso ai 9.15 metri per il calcio di punizione, mi sarebbe piaciuto”.

AMORE DELLA GENTE – “L’amore della gente dopo 17 anni aver smesso di giocare a calcio? Non so, è una cosa bellissima e sorprendente perché sono passati tanti anni. Forse, la semplicità che mi ha sempre contraddistinto è stata apprezzata dalla gente”.

MARADONA E ROSSI – “Maradona e Rossi? Due persone a cui tutti eravamo legati, due esempi importanti nel calcio. Hanno segnato epoche e hanno fatto la storia del calcio mondiale. Ho avuto la fortuna di averli come amici”.

SENZA TIFOSI – “Il calcio senza il pubblico è tristissimo. Al di là della qualità delle partite, senza il tifoso è veramente triste. Vorrei che la gente dal film su di me (“Divin Codino, presto in uscita su Netflix, ndr) capisse le difficoltà affrontate, l’importanza di arrivare alla fine del percorso ed essere soddisfatti di quanto fatto“.

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