Baggio: “Avrei voluto Guardiola come allenatore. I tifosi più importanti dei trofei”

L’ex Pallone d’Oro si confessa a Cesare Cremonini per Vanity Fair, in edicola domani: “I tecnici più bravi sono quelli che rispettano i calciatori. Vincere conta, ma il risultato più grande è rimanere nel cuore della gente”

Si apre, Roberto Baggio, nell’intervista rilasciata a Vanity Fair in edicola domani (numero diretto da Cesare Cremonini, con cui l’ex Pallone d’Oro ha parlato). C’è il rapporto con gli allenatori, con il pubblico e con Bologna, la città che lo ha rilanciato dopo due anni difficili al Milan e che gli ha permesso, a 31 anni, di giocare il suo ultimo Mondiale – in Francia – dopo una stagione da 22 gol: “Il calcio è e rimarrà dei calciatori. Gli allenatori più bravi sono quelli che lo riconoscono e sanno trattare con onestà il calciatore, sanno parlargli, sanno mantenere il rispetto, sanno confrontarsi sulle questioni tecniche. Ecco, allora come adesso, mi piacerebbe avere un allenatore così: le conoscenze tattiche si possono apprendere con lo studio, quelle più difficili da trovare sono le qualità umane. Un allenatore attuale con cui avrei voluto giocare? Guardiola, credo sia il più bravo di tutti”.

il pubblico e bologna

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Tra i calciatori più amati dai tifosi, nonostante le tante maglie indossate, Baggio ha saputo unire gli appassionati di tutta Italia. Anche al di là dei trofei, e nonostante quel rigore sbagliato contro il Brasile a Pasadena: “Rimanere nel cuore della gente, ecco il risultato più grande per ogni calciatore, per ogni sportivo. Trasmettere valori positivi, regalare momenti di gioia, questo vale più di un risultato in campo, che qualche volta non arriva per un episodio sfortunato. Non voglio dire che non importano i trofei, alla fine giochiamo tutti per vincere, ma non è solo quello, non può essere solo quello”. E poi un pensiero sulla città felsinea: “Di Bologna comprendi subito che c’è una cultura calcistica, al di là della pura passione. I tifosi sono naturalmente esigenti, hanno visto passare grandi calciatori, con spiccate qualità tecniche. Questo è uno stimolo in più. Indossare la maglia rossoblù vuol dire rispettare la storia di quella squadra: è una grande responsabilità e non importa se non lotti per lo scudetto. Bologna mi ha dato molto, e sono contento di aver contribuito a una stagione con tante emozioni. Alla fine quelle rimangono, e valgono anche più dei titoli”. Questo, e tanto altro, nel numero in edicola domani, che contiene anche un ritratto di Stefano Domenicali, presidente di Lamborghini e futuro Ceo della Formula 1.

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