Azmoun, l’iraniano dello Zenit che Tare stava portando alla Lazio

Sardar Azmoun è un personaggio da copertina a Teheran. Nell’immaginario degli iraniani che amano il calcio equivale a quanto rappresenta Leo Messi per il popolo argentino: non è solo un centravanti che ha segnato in nazionale 31 gol in 48 partite, ma è un piccolo ayatollah del pallone, per fama e prestigio. Con Hulk, Witsel e Malcom è anche uno degli acquisti più costosi nella storia dello Zenit, che lo ha preso a febbraio del 2019 per venti milioni dal Rubin Kazan. Domani sera (18.55), però, non potrà affrontare la Lazio in Champions. E’ infortunato, il tentativo di recuperarlo è sfumato, l’ultimo provino è andato male, come ha spiegato poche ore fa il tecnico Semak: “Deve continuare a seguire un programma differenziato, non è nella lista dei convocati”.

Azmoun assente stravolge i piani dello Zenit

L’assenza di Azmoun stravolge i piani dello Zenit, che dovrà rinunciare anche all’argentino Driussi. Sono loro gli assi della squadra di Semak, costretto a vincere contro Inzaghi per salvare il posto in panchina e riaccendere le speranze di tornare in lizza per la qualificazione agli ottavi di Champions. Azmoun ha una storia curiosa: prima che firmasse per lo Zenit, aveva sfiorato la maglia della Lazio. Il direttore sportivo Tare aveva provato a prenderlo tra il 2017 e il 2018, quando l’attaccante cominciava a farsi conoscere con il Rostov e il Rubin Kazan. Non fu trovato l’accordo sul prezzo del suo cartellino.

Lo ha cercato anche il Napoli

Ma Azmoun è stato corteggiato dal calcio italiano anche in tempi più recenti: lo ha cercato il Napoli, il ds Giuntoli aveva pensato all’iraniano prima di accelerare la trattativa per Osimhen. A bussare alla porta dello Zenit è stato poi il Milan. Azmoun è un centravanti potente e veloce, molto elegante, quasi un numero dieci. E’ nato il primo gennaio del 1995 a Gonbad-e Kavus, è alto un metro e 85, gioca con la maglia numero 7. E’ stato scoperto da Kuban Berdyev, il suo maestro, un vincolo infinito di gratitudine. In Champions, durante la sua carriera, ha segnato anche al Bayern e all’Atletico Madrid.

Rendimento costante

La regolarità, a livello di rendimento e in fase realizzativa, è sempre stata una sua caratteristica: 39 gol in 67 partite con lo Zenit, 25 gol in 77 gare con il Rostov, 17 gol in 77 presenze nel Rubin Kazan. Nella Premier Liga russa ha realizzato 65 gol, sei dei quali in questo campionato: è il capocannoniere della squadra di Semak con Dzuyba ed Erhokin. E’ molto legato all’Iran. E alla sua famiglia. Trascorre le vacanze a Gonbad-e Kavus, gli piace andare a cavallo (“sono la mia passione”, ha detto in diverse interviste) e da bambino sognava di diventare un campione di volley, come il suo papà.

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