Avellino-Catanzaro, 17 punti di distacco ma è scontro diretto per la serie B

AVELLINO – Nove anni fa, era un’altra storia, come quella che sta ricominciando. Troppe pagine amare scritte nei 3465 giorni da quel 5 maggio 2013 ad oggi: l’estromissione dal calcio professionistico e la resurrezione dalla D, tra avvicendamenti societari e tecnici con una tifoseria rimasta compatta per vigilare e stimolare chi gestisce il calcio ad Avellino. Il 5 maggio 2013 Catanzaro-Avellino fu deciso da un gol di Zigoni che sancì la promozione in quella B che la nuova società vuole riconquistare in questa stagione, in ossequio al piano annunciato tre anni fa.

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Il ritorno di Rastelli

C’è di nuovo Massimo Rastelli sulla panchina dell’Avellino, come 9 anni fa, subentrato da dieci giorni a Roberto Taurino per attuare la volontà del presidente Angelo D’Agostino che pretende di portare quest’anno la squadra in B. Non può continuare a ripeterlo, perciò preferisce definirsi un sognatore per fronteggiare l’ilarità di quanti gli fanno notare che la vetta dista ben 17 punti. Per l’imprenditore irpino abituato a vincere le sue sfide partendo dal basso, scalare la classifica appare quella più complicata, però stimolante. Con una semplice mossa – ma perché Rastelli solo ora e non in estate? – ha visto trasformarsi una squadra sgangherata in un gruppo di elementi determinati e motivati.

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La metamorfosi dell’Avellino

Non può essere stato l’unico allenamento svolto da Rastelli, prima di Virtus Francavilla-Avellino, a rendere miracolosamente vincente la squadra che mai aveva preso punti in trasferta. Il cambio tecnico ha provocato un repentino mutamento di atteggiamento, mentalità e disponibilità da parte di calciatori in precedenza abulici e mai in piena forma. Con l’allontanamento di Taurino sono guariti come se fossero andati in trasferta a Lourdes.

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Il reintegro dei ripudiati

Altri, inclusi nell’elenco degli “indesiderati”, sono stati reintegrati: Rastelli ha fatto comprendere l’errore di epurarli continuando a pagarli, inducendo D’Agostino ad ammettere di avere deciso male, come richiesto dai tifosi. I quali ora stendono striscioni con parole al miele sulle cantonate cittadine per rinfocolare un ambiente che vive la vigilia di Avellino-Catanzaro come se fosse la stessa sfida promozione di 9 anni fa.

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Una sfida che è uno scontro diretto

Perciò Avellino-Catanzaro è uno scontro diretto, nonostante il divario di 17 punti tra le due squadre. L’arrivo di Rastelli è un segnale forte di una società che ha investito altri 800mila euro per il folto staff tecnico subentrato a quello andato via insieme a Taurino. Per il mercato di gennaio sono pronti tanti altri soldi per migliorare la squadra e proseguire la corsa verso la B. Sarà l’Avellino a infliggere il primo stop stagionale al Catanzaro, imbattuto e primo nella classifica del girone C della Lega Pro. Ne sono convinti tecnico e calciatori insieme ai tifosi che affolleranno il “Partenio” da tutto esaurito, immenso ma vetusto, con capienza limitata a 6723 posti.

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Le scadenze dell’Avellino

D’Agostino attende di iniziare i lavori per costruire il nuovo stadio: in ballo 60 milioni di investimento. Destinarne una decina per portare l’Avellino in A, è l’intenzione del presidente-costruttore: “Entro fine 2024 lo stadio da 21mila posti ed entro 4 anni la serie A“. Ecco perché Rastelli si è legato all’Avellino con un contratto di 4 anni e mezzo.

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