Atalanta, spauracchio Liverpool. Quest’Ajax e il Midtjylland non spaventano

I campioni d’Inghilterra sono l’avversario più pericoloso. Olandesi in ricostruzione, mentre i danesi alla prima partecipazione ai gironi pescano i giocatori con gli algoritmi

1 ottobre – Milano

Non è finita in un girone di ferro, l’Atalanta. Il passaggio del turno non sarà una missione impossibile. Almeno non per l’Atalanta che abbiamo imparato a conoscere, quella che negli ultimi anni ha avuto una crescita esponenziale di rendimento e che – dopo le prime due partite di campionato viste contro Torino e Lazio – sembra essere ulteriormente migliorata dal punto di vista della consapevolezza dei propri mezzi e sotto il profilo della qualità e delle alternative.

Liverpool (Inghilterra)

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Ovviamente, è la squadra più difficile da affrontare e battere. Dopo aver vinto la Champions 2018-19, ha stradominato la Premier League (ha subìto la prima sconfitta soltanto al 28° turno contro il Watford e ha conquistato il titolo con 7 giornate di anticipo). Ha vinto anche la Supercoppa europea battendo il Chelsea e il Mondiale per club battendo il Flamengo dopo i supplementari. In Champions ha chiuso al primo posto il girone, ma è poi stato eliminato agli ottavi dall’Atletico Madrid, con due sconfitte (0-1 e 2-3). Sul mercato ha acquistato l’ala sinistra Jota dal Wolverhampton, il centrocampista Thiago dal Bayern e il terzino sinistro Tsimikas dall’Olympiacos. L’ossatura è però rimasta invariata. La squadra di Jurgen Klopp ha inaugurato la nuova stagione perdendo il primo trofeo, la Community Shield contro l’Arsenal ai rigori. In Premier, però, tre vittorie in tre partite.

Mohamed Salah è la gemma della squadra. Ha chiuso la passata stagione con 23 gol e 13 assist in 48 partite. In questo avvio di stagione ha segnato 3 gol tutti nella stessa partita, all’esordio in Premier contro il Leeds.

La formazione tipo

(4-3-3): Alisson; Alexander-Arnold, Fabinho, Van Dijk, Robertson; Henderson, Thiago, Wijnaldum; Salah, Firmino, Mané.

Ajax (Olanda)

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La storia e il blasone consigliano prudenza, ma l’Ajax di oggi è una squadra in ricostruzione. Dopo aver perso De Ligt e De Jong la scorsa stagione, anche quest’anno ha preferito monetizzare (100 milioni di euro), cedendo Ziyech al Chelsea, Van de Beek allo United, Dest al Barcellona. In ingresso l’acquisto più costoso (poco più di 15 milioni) è l’ala destra brasiliana, 20 anni; sono arrivati anche il trequartista Kudus e il terzino destro Klaiber, oltre a una vecchia conoscenza italiana, il portiere Stekelenburg, ex Roma. La passata stagione è stata parecchio tormentata e l’Ajax è stato criticato soprattutto per il cambio di strategia (Van Basten: “L’Ajax non è più l’Ajax, si dà tante arie per il suo vivaio e poi si compra tutti i ragazzini brasiliani”). Se il titolo di campione olandese non è stato assegnato per l’emergenza Covid (con Ajax e Az Alkmaar assieme in testa al momento della sospensione), in Europa il cammino dell’Ajax si è interrotto presto. Subito fuori ai gironi di Champions, eliminato da Valencia e Chelsea, grazie al terzo posto è finito in Europa League, ma la musica non è cambiata: subito fuori per mano del Getafe (che poi ha sfidato l’Inter). Per ora, nella nuova stagione, il tecnico Erik ten Hag ha conquistato tre vittorie su tre partite.

Dusan Tadic è stato l’eroe che eliminò il Real Madrid dalla Champions 2018-19, agli ottavi, portandosi sulle spalle una squadra di ragazzini. Due assist, un gol e tante magie. E’ cresciuto guardando e riguardando i video di Zidane, il suo modello di riferimento. Nella passata stagione 16 gol e 21 assist in 42 partite, quest’anno un gol in 3 gare di Eredivisie.

La formazione tipo

(4-2-1-3): Onana; Mazraoui, Schuurs, Blind, Tagliafico; Kudus, Alvarez; Antony, Promes, Tadic; Labyad.

Midtjylland (Danimarca)

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I danesi sono approdati per la prima volta ai gironi di Champions, dopo i preliminari. Fondato nel 1999 da un falegname, negli ultimi sei anni il Midtjylland ha vinto 3 campionati e una coppa di Danimarca. L’allenatore è Brian Priske, un “Simone Inzaghi di Danimarca”: cresciuto nel club prima come assistente e poi allenatore delle giovanili, dopo una piccola parentesi al Copenaghen nel 2016/17 è tornato al Midtjylland e dal 2019 guida la squadra. Il club danese in base ai dati statistici e agli algoritmi i nuovi talenti in giro per il mondo, quelli che magari gli osservatori in carne e ossa- più portati a fiutare i campioni del futuro vedendoli all’opera – si perdono per strada.

E’ Pione Sisto, ex Celta Vigo cresciuto proprio nel Midtjylland, dove è tornato quest’estate. Nato in Uganda da genitori sud-sudanesi, è emigrato in Danimarca quando aveva appena due mesi e nel 2014 ha ottenuto la cittadinanza. L’ala sinistra la passata stagione con il Celta Vigo ha segnato 4 gol in 21 partite.

La formazione tipo

(4-3-3): Hansen; Andersson, Slavtchenko, Scholz, Paulinho; Cajuste, Onyeka, Evander; Mabil, Kaba, Sisto.

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