Atalanta, Gasperini: “Dobbiamo recuperare lucidità. Pessina? Vediamo domani”

Atalanta sorpresa in casa da un Milan che sfrutta e tesaurizza le incertezze dei padroni di casa.

Atalanta sorpresa in casa da un Milan che sfrutta e tesaurizza le incertezze dei padroni di casa. I rossoneri sfruttano due errori per portarsi avanti di due reti e resistono alla reazione della Dea che non si rassegna alla sconfitta e mette in campo la consueta intensità. Non basta, questa volta, a Gasperini che analizza la sfida ai microfoni di DAZN.

EPISODI – Gli episodi hanno penalizzato la Dea, che ha concesso troppo. Manca anche la spinta di Gosens. Non è stata una serata semplice, ma la squadra è uscita comunque a testa alta restando attaccata alla partita. E il finale lascia più di qualche rimpianto. “Indubbiamente abbiamo preso un gol dopo 30 secondi e il secondo sul finire del primo tempo. In mezzo però abbiamo avuto tante occasioni. Il Milan è stato pericoloso nel ripartire, sfruttando una partita che si era messa nel modo migliore possibile. C’è stata qualche esitazione in fase di finalizzazione e anche un pizzico di sfortuna. L’importante, però, è che ci siano le occasioni. Non so ancora quali siano le condizioni di Pessina, vedremo domani”.

PROSPETTIVE – A Gasperini sarebbe piaciuto avere quattro punti dopo il doppio confronto con le milanesi. Ne ha solo uno. Nessun ridimensionamento però, anche perché la squadra dimostra di non mollare di un centimetro.  “Con l’Inter la sfida è stata equilibrata. Questa è condizionata dall’inizio. Il Milan l’ho trovato forte, veloce, rapido nell’esecuzione. Poi ogni gara ha la propria storia L’Atalanta ha comunque tenuto il campo”.

IDENTITA’ – La sensazione è che l’Atalanta debba ridisegnarsi complici anche i tanti infortuni. “Indubbiamente abbiamo perso qualcosa in aggressività e cinismo negli ultimi sedici metri  anche perché Ilicic e Muriel non sono al massimo della condizione. Spero, soprattutto, per Josip, che torni ai suoi livelli. Sarebbe importante, ma capisco che non si possa durare all’infinito. Non è facile per lui, ma neanche per noi. In questo momento innegabilmente facciamo fatica. Paradossalmente abbiamo creato più pericoli con meno attaccanti. Non posso pensare, in questo momento ai lungodegenti visto che non torneranno prima di dicembre. Evidentemente le loro assenze ci costringono a dei cambiamenti, ma cerchiamo di aggrapparci alle residue certezze. Vi sono degli elementi di riflessioni, ma io le interpreto come modelli da studiare”.

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