Atalanta ferma al palo: il Genoa trova il 7° pareggio consecutivo

Di Muriel, Pasalic, Destro e Frendrup le migliori chance del match: finisce senza reti. La Dea ora è a -8 dalla zona Champions (ma con una gara in meno della Juve)

dal nostro inviato Marco Guidi

13 marzo – Bergamo

La legge di Mister X Blessin non risparmia nemmeno l’Atalanta. Al Gewiss il Genoa pareggia la settima gara di fila con il tedesco alla guida, fermando stavolta una Dea forse appannata dalle fatiche di coppa. Per i rossoblù è il quinto 0-0 su sette, per l’Atalanta un punto che non avvicina molto, in ottica Champions, la Juve, ora quarta a +8, seppure con una partita in più.

Scelte

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Gasperini opta per un po’ di turnover. Tra i pali va Sportiello, Scalvini titolare nei tre dietro, Pessina con Koopmeiners in mezzo al campo, mentre davanti la coppia Malinovskyi-Muriel che ha steso il Leverkusen in Europa League. Blessin, invece, senza Hefti e Cambiaso schiera a sorpresa Frendrup da terzino destro, rilanciando in mezzo al campo il cileno Galdames e puntando su Yeboah da centravanti con Melegoni, Amiri e Portanova alle spalle. Il Genoa inizia con personalità, anche se il primo tentativo è nerazzurro: la punizione di Malinovskyi sorvola non di molto la traversa della porta di Sirigu. Al 13’ è invece Muriel ad alzare la mira dopo una bella percussione dalla sinistra. La squadra di Blessin però non si impaurisce e continua a cercare di proporre calcio, anche se a risultati alterni. Dal canto suo, l’Atalanta fatica a trovare tempi e giocate di qualità. Al 34’ l’ex di turno Melegoni scaglia il primo tiro in porta di tutta la partita: Sportiello blocca senza problemi. Tre minuti dopo, l’occasione più grossa del primo tempo capita sui piedi di Muriel, servito da Pasalic, ma il destro a giro del colombiano tocca il palo a Sirigu battuto e si spegne sul fondo. Poco dopo, anche la prima ammonizione della partita, per Zappacosta che tampona Yeboah ai 20 metri per rimediare a una brutta palla persa. L’interessante punizione successiva viene spedita fuori misura da Amiri.

Senza gol

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Nella ripresa Gasperini si gioca subito la carta Boga per dare la scossa. Fuori Maehle e si passa al 4-2-3-1, con Pessina da trequartista e Pasalic abbassato in mediana. La mossa però non dà i frutti sperati e il tecnico della Dea dopo 10’ getta nella mischia anche Hateboer e Toloi per Zappacosta e Malinovskyi. Le alchimie tattiche del Gasp (Scalvini in mediana, ora con Pessina, Pasalic largo a destra davanti) danno un po’ di nerbo a un’Atalanta sin lì molto fallace nel palleggio e poco incisiva in attacco. Anche perché il Genoa, con tante assenze e pochi cambi in panchina, cala un po’ dal punto di vista fisico. L’occasione d’oro capita subito sui piedi di Pasalic, dopo una travolgente discesa di Koopmeiners, ma il croato al 18’ alza il pallonetto sopra la traversa a tu per tu con Sirigu. Al 25’ anche Blessin fa la prima sostituzione, togliendo il leggerino Yeboah (dello zio Tony ha solo il cognome…) per Destro. Quindi Hernani per uno sfinito Amiri. La partita si apre finalmente. Al 30’ e al 32’, due grandi chance per i rossoblù, prima con Destro che dopo un bel movimento allarga di poco oltre il palo il destro in diagonale, poi con Frendrup che spara su Sportiello in uscita da pochi passi. Capovolgimento di fronte e Hateboer conclude troppo centralmente con il sinistro. Gli spazi ora ci sono, ma le due squadre (soprattutto l’Atalanta, a dirla tutta…) sono stanche e poco lucide. L’ultimo brivido è un colpo di testa di Demiral, centravanti improvvisato nel finale, fuori di un soffio. Nulla di fatto. Così vince ancora una volta solo la legge di Mister X.

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