Atalanta, ecco chi era Ta Bi: doveva diventare il nuovo Kessie

Con la Dea Primavera nel 2019 ha vinto uno scudetto tra i talenti: Kulusevski, Diallo, Da Riva. Quella finale doveva essere il suo trampolino di lancio. E invece…

Il 14 giugno del 2019 Massimo Brambilla schierò la sua Atalanta Primavera con un centravanti e due ali, e oltre a loro Kulusevksi, che ora nella Juventus gioca seconda punta: se lo poteva permettere perché a proteggere le spalle ai giocatori offensivi, oltre all’equilibratore Da Riva, c’era Willy Braciano Ta Bi, una sorta di bulldozer in mediana, schierato come fuoriquota, risultato ben presto fuori categoria. Era una finale scudetto, contro l’Inter di Zappa e Salcedo, e del costoso e atteso Facundo Colidio, che teneva in panchina Sebastiano Esposito: la decise, ben lanciato dal genietto svedese, il gambiano Colley, che ora gioca a Verona. Il centravanti era Piccoli, già due gol in serie A con lo Spezia, Da Riva è subentrato nello storico quarto di finale con il Paris Saint-Germain, e ora si sta facendo onore in B a Vicenza, il subentrato Traoré è passato al Manchester United, Gyabuaa ha debuttato quest’anno con Gasperini. Come a dire che quella squadra, che riportò a Bergamo uno scudetto che mancava dai tempi di Fausto Rossini, Colombo, Dalla Bona (e dell’attuale amministratore delegato Luca Percassi, all’epoca giovane difensore, riserva di Bellini e Natali) ne sta lanciando di giocatori nel calcio dei grandi. E di quel gruppo – che potrebbe presto allargarsi, visto che gli allora panchinari Cortinovis e Ghislandi si passano la fascia di capitano della attuale Primavera, e sono già andati in panchina coi grandi – avrebbe sicuramente fatto parte anche Ta Bi, che pochi mesi dopo quel trionfo scoprì di avere il tumore al fegato che se lo è portato via ieri.

Come Kessie

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All’Atalanta, quando un canale funziona, lo riutilizzano: con Colley hanno provato a ripetere l’operazione Musa Barrow, Ta Bi aveva molti punti in contatto con Kessie, pescato in Costa d’Avorio a gennaio 2015 e dirottato in Primavera, per il primo ambientamento. Gli sono bastati pochi mesi nella categoria per far capire di non poter più giocare con i coetanei, passando subito in prestito in B, in una società in stretti rapporti con i bergamaschi. Kessie è tornato dopo un anno da protagonista, Ta Bi dopo poche settimane, praticamente senza iniziare la stagione. Fino a quel momento le storie erano sovrapponibili: anche Ta Bi, come il connazionale ceduto a caro prezzo al Milan, giocava in mediana (e se serviva centro della difesa), anche lui sembrava un uomo in mezzo ai ragazzi, anche lui sin dalle partite in Primavera fece capire che non era il caso di tenerlo lì. Lui e Kessie giocarono lo stesso numero di partite in regular season, 7 in 6 mesi, ed entrambe se le fecero bastare per trovare un buon prestito in B. Kessie si è specializzato come rigorista, Ta Bi (che in patria aveva anche la Champions League africana con l’Asec Mimosas) si è tenuto lontano dai calci piazzati, eppure in quelle 7 partite in Primavera segnò 3 gol: bazzicava lontanissimo dalla porta, ma quando decideva di partire non riuscivano a fermarlo. Vinse lo scudetto con la maglia numero 26, che tenne anche l’anno dopo, al Pescara, che lo prese in prestito, insieme al centravanti scuola Roma Tumminello, dalla società che un anno prima aveva mandato da quelle parti il richiestissimo Melegoni.

Senza parlarne

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In Abruzzo Ta Bi non fece in tempo neppure a debuttare: tornò all’Atalanta, che qualche mese dopo la scoperta del male risolse il contratto, concludendo di fatto la sua carriera. Ma il peggio doveva ancora venire: tornò per qualche mese in patria, poi di nuovo in Italia, per provare a curare una malattia di cui non voleva che si parlasse in giro. Se n’è andato in silenzio, a 21 anni, il ragazzo che avrebbe fatto parlare di sé, se avesse avuto il tempo di giocare ancora: quella finale scudetto Primavera sarebbe dovuto essere il suo trampolino di lancio, è stata l’ultima partita della sua vita.

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