Atalanta, corsa a perdifiato per sognare il primo trofeo. Gasp: “Giochiamo troppo”

La caccia alla coppa è costata qualche punto in Serie A. Il tecnico: “Con la Lazio già pensavamo a oggi…”

Ne sono cambiate di cose da quel 17 ottobre. Lo stadio San Paolo è diventato il Diego Armando Maradona, Papu Gomez non è più un giocatore dell’Atalanta, ma ancora una volta Napoli dirà molto sulla stagione della Dea. Semifinale di andata di Coppa Italia, ci si gioca mezzo accesso alla finale. In autunno, la trasferta in Campania fu il primo campanello d’allarme per i nerazzurri. Si era appena tornati dalla prima sosta per le nazionali e la settimana dopo iniziava la Champions. L’Atalanta aveva viaggiato a mille nelle prime tre giornate, ma quel 17 ottobre Napoli disse per la prima volta che la squadra di Gian Piero Gasperini avrebbe sofferto il dispendio di energie nei tanti impegni ravvicinati e che il turnover è un meccanismo complicato per la rosa nerazzurra. Oggi Napoli potrebbe consegnare a Gasp un nuovo verdetto: la Dea è finalmente pronta anche per un trofeo, dopo aver fatto faville in Italia e in Europa in questi anni?

Tour de force

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Se l’impegno contro la squadra di Gattuso in campionato fu l’inizio di una serie di settimane con il doppio impegno, tra Serie A ed Europa, stavolta la trasferta in Campania arriva al culmine di un tour de force. L’Atalanta, con Juve e proprio Napoli, è la formazione italiana che ha giocato di più nel 2021. Dal 3 gennaio, la Dea è scesa in campo già nove volte. La gara del Maradona sarà la decima. Da Capodanno in poi, gli uomini di Gasperini hanno giocato due partite in ogni settimana. L’ultima con la Lazio, arrivata dopo la magnifica prestazione di San Siro con il Milan e l’impresa in dieci uomini sempre contro i biancocelesti in Coppa, ha evidenziato un po’ di comprensibile stanchezza nelle gambe e nella testa. Certo, c’erano anche gli assenti: almeno stasera Gasp riavrà Romero e Gosens, pedine fondamentali nella caccia alla finale.

Sacrificio

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La rincorsa al primo trofeo dell’era gasperiniana è costata inevitabilmente qualche punto in classifica. Lo ha ammesso lo stesso tecnico nerazzurro ieri: “Contro la Lazio siamo entrati in campo col pensiero alla semifinale. Giochiamo talmente tante partite in poco tempo: se pensiamo che solo una settimana fa avevamo appena giocato col Milan, poi in pochissimo tempo abbiamo fatto due partite con i biancocelesti… Ma in campionato c’è ancora tempo per recuperare”. Non è un caso che dopo le due gare giocate sinora in Coppa Italia l’Atalanta non sia poi mai riuscita a vincere nel weekend successivo di Serie A e abbia viaggiato sotto ritmo: prima della sconfitta contro la Lazio, era arrivato il deludente pareggio interno con il Genoa. L’impressione è sempre quella: la Dea fatica a mantenersi bella quando ha più di una serata di gala nel suo calendario settimanale. E allora, Napoli dovrà dare anche un’altra risposta: è valsa la pena inseguire la coppa perdendo qualcosa in campionato? La risposta affermativa ha ragione di esistere solamente in caso di raggiungimento della finale.

Rivalsa

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L’Atalanta, poi, ha buoni motivi per aver sete di vendetta. Quel 4-1 di ottobre fu troppo brutto per essere vero. “Fu una delle nostre prove peggiori – ammette Gasperini -, anche se giudico il Napoli un avversario molto forte. A inizio stagione pensavo che gli azzurri fossero tra i principali candidati allo scudetto”. C’era ancora il Papu Gomez, che ieri sera ha debuttato da titolare con il Siviglia in Coppa del Re. Dopo la sconfitta contro la Lazio, alcuni hanno parlato di quanto pesi la sua mancanza. “Credo sia normale e so già che succederà ancora. Ma ci si dimentica che abbiamo fatto 14 risultati utili di fila prima…”. E per sognare la coppa, bisognerà riprendere a correre a perdifiato già stasera.

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