Atalanta, 45′ da favola ed è Champions aritmetica. Vana la rimonta del Genoa

La squadra di Gasperini va sul 3-0 a Marassi prima del ritorno nella ripresa dei rossoblù (già salvi dallo scorso turno). Ma la vittoria resta nerazzurra

Che gran divertimento: sette gol e successo dell’Atalanta (3-4 il finale) clamorosamente in discussione sino alla fine, anche se la squadra di Gasperini stacca il pass per un posto in Champions per la terza stagione di fila. I rossoblù, già salvi dopo il successo di mercoledì scorso a Bologna e in campo con le seconde linee, hanno fatto soffrire la squadra di Gasperini sino alla fine, che comunque ha centrato aritmeticamente l’obiettivo con un turno di anticipo, senza dover aspettare l’esito dell’ultima gara di campionato con il Milan. Con il vantaggio, fra l’altro, di poter gestire in modo ottimale l’avvicinamento alla finale di Coppa Italia di mercoledì prossimo con la Juve. L’Atalanta in partenza aveva maggiori motivazioni e più rabbia agonistica, innanzitutto, oltre che una superiore qualità degli uomini in campo, anche se tre gravi blackout ospiti nella ripresa hanno fruttato i gol genoani. Ballardini ha voluto comunque premiare quei giocatori che sin qui avevano avuto meno spazio, ed è stato ripagato bene: da Marchetti fra i pali a Onguéné in difesa, da Melegoni a Cassata, oltre a Eyango, Portanova e all’ottimo Caso nella ripresa. Gasperini ha scelto invece in partenza un 3-4-2-1 con la coppia Miranchuk-Malinovskyi alle spalle di Duvan Zapata unica punta, e Djimsiti in difesa preferito a Palomino.

L’illusione

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Il Genoa, in verità, aveva dato l’impressione in partenza di poter creare subito pericoli agli ospiti, visto il clamoroso contropiede fallito da Melegoni dopo appena cento secondi dal via (decisiva la respinta di Gollini) e il palo esterno di Masiello un attimo dopo. La spinta del Grifone, però, nel primo tempo s’è esaurita lì. La squadra di Gasperini ha capito che sulla fascia sinistra avrebbe potuto colpire sul lato più debole dei rossoblù, e nella zona di Onguéné sono nate non a caso le occasioni migliori per gli ospiti nel primo tempo. Anche perché la mediana rossoblù era troppo leggera per fare argine in maniera adeguata e in attacco il contributo di Destro e Pjaca è stato pressoché inesistente. Così al 9’ Zapata è andato a segno, chiudendo una combinazione con Malinovskyi e rendendo vano il recupero di Masiello e Radoanovic. Marchetti ha murato un tentativo di Hateboer, poi il Genoa è faticosamente riemerso dalla propria metà campo al 22’ (Destro, colpo di testa centrale parato da Gollini). Ma l’Atalanta ha continuati a spingere e al 26’ è arrivato il bis di Malinovskyi. L’arbitro Marinelli prima annulla e poi convalida, su segnalazione della Var (sull’assist di Zapata dal fondo il pallone non è uscito, come erroneamente segnalato dal guardalinee), ma qui le responsabilità di Radovanovic che si perde il colombiano sono evidenti. L’insuffficiente pressione offensiva del Genoa permette alla squadra di Gasp di tenere un baricentro altissimo, arrivando con Djimsiti e Toloi quasi sulla linea dei centrocampisti ed annullando così qualsiasi tentativo di ripartenza rossoblù. Tanta pressione nerazzurra si concretizza con il terzo gol di Gosens quasi allo scadere della metà gara: cross di Malinovskyi, pallone allungato da Hateboer per l’esterno e Marchetti battuto per la terza volta. Gara chiusa all’intervallo, dunque.

Amnesie pericolose

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Sotto di tre gol, Ballardini ha cambiato ancora, modulo (3-4-1-2) e uomini, con Pandev trequartista dietro a Shomurodov (entrato al posto di Cassata) e a Caso, mentre Gasperini ha fatto rifiatare Freuler e Zapata (dentro Pessina e Pasalic). Proprio l’uzbeko ha battuto Gollini in avvio di ripresa sfruttando un errore di Djimsiti, ma tre minuti dopo (6’) il diagonale di Pasalic ha battuto Marchetti: 1-4 e gara chiusa? Tutt’altro, anche se l’Atalanta rimane a lungo padrona del campo. Un po’ troppo leziosa (e infatti Gasp si arrabbia…), con i rossoblù pronti ad approfittarne. Come avviene, appunto, al 20’: su un cross di Onguéné, Gosens pasticcia e il suo tocco con la mano offre al Genoa il rigore del 2-4, assegnato dopoché Marinelli ha rivisto l’azione al monitor. Pandev fa centro. E a sei minuti dalla fine arriva il definitivo 3-4, ancora segnato da Shomurodov su assist del macedone. Finale-thrilling, ma l’Atalanta resiste e fa festa.

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