Assist, dribbling e tre gol in due partite: dietro le quinte del Kvara show

Nessuno aveva mai segnato così tanto nella storia. Il georgiano “spaccapartite”: le sue reti sono le prime e sempre decisive

Nessuno come Khvicha Kvaratskhelia in quasi cento anni di storia del Napoli (96 per la precisione). È il primo giocatore debuttante del club a segnare almeno 3 gol nelle prime due partite in un campionato di Serie A degli azzurri. Se poi ci mettete che ha soli 21 anni, scoprirete che anche chi ci è riuscito – non al debutto – era decisamente più grande di età del georgiano, per il quale queste due gare sono state il battesimo anche nel calcio occidentale, visto che finora aveva giocato in Georgia e Russia.

Insomma il nuovo KK del Napoli non teme confronti storici anche in assoluto nella Serie A. E al di là del dato statistico colpisce comunque il modo, la personalità con cui l’esterno offensivo arrivato per 10 milioni di euro dalla Dinamo Batumi, si sia subito messo in mostra, risultando decisivo per la sua squadra.

Mostri sacri

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Da Careca a Higuain, da Cavani ad Hamsik e Insigne: nessuno aveva mai impressionato così al proprio avvio dell’esperienza napoletana. Naturalmente in città si augurano che questo sia di buon auspicio per un futuro pieno di soddisfazioni per lui e per la squadra di Luciano Spalletti, che ogni volta è molto attento a commentare con i giusti termini le prove del suo gioiello, per non incendiare una piazza facilmente infiammabile sotto il profilo della passione.

Oltre i numeri

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Che già sono notevoli, e stanno facendo la fortuna dei fantacalcisti che lo hanno preso in squadra, parlano le prestazioni. Perché una cosa è segnare, magari alla fine delle goleade realizzate contro Verona e Monza, un’altra è “spaccare” le partite. Kvara ha sempre segnato il primo gol, quello dello spartiacque. In Veneto è servito per rompere il ghiaccio (di testa), visto che il Napoli giocava bene ma aveva subito la rete al primo tiro in porta. Senza dimenticare che sul 2-2 si è inventato uno stupendo assist di prima in verticale per Zielinski che ha definitivamente messo sotto l’Hellas. Al Maradona, contro i brianzoli, il gol è arrivato in un momento in cui il Monza stava riuscendo a serrare le fila difensive e a cominciare a credere di poter contenere il ciclone azzurro. A voler essere pignoli il suo terzo gol è il meno… produttivo. Ma serve per rifarsi gli occhi con rapida finta in area: tiro di destro, no di sinistro. A questo punto aspettiamo anche la rete di petto e di spalla, visto che le parti canoniche con cui si colpisce il pallone, Khvicha le ha usate tutte per segnare.

Dove può arrivare

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Spalletti ha sottolineato che ancora soffre l’emozione del debutto, lo si capisce dalla tensione dei suoi muscoli. Ma se ha bisogno di qualche minuto in più in avvio per “riscaldarsi”, può andare più che bene, visto i risultati finora. Naturalmente il tecnico deve cercare di migliorarlo su tutti i fronti, ma trova terreno fertile visto l’applicazione del ragazzo. Che deve alzare la soglia di attenzione specie nella fase passiva, di non possesso, dove le sue doti tecniche (quelle che gli consentono di vedere, palla al piede, corridoi che i comuni mortali non sono capaci di scorgere) devono servirgli anche negli intercetti e nelle marcature preventive, per anticipare le scelte avversarie. Si era detto che bisognava attendere l’approccio con la Serie A per capire se poteva ripetere in Italia i numeri visti in Russia e Georgia. La risposta è sì. Il prossimo step sarà quello di reggere il confronto con squadre più forti e competitive. E domenica a Firenze è un ulteriore passaggio, importante per valutarne una crescita che sembrava dovesse essere lenta e invece si sta rivelando clamorosamente veloce.

Idolo partenopeo

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Naturalmente a Napoli, capitale della creatività, si sprecano i pensieri e le affermazioni per questo nuovo idolo arrivato dalla Georgia. In suo onore, ma soprattutto in cambio di altri grappoli di gol, c’è chi è pronto ad abiurare la pizza per mangiare katchapuri, una tipica focaccia georgiana (molto buona) con formaggio e uova. Da Kvaradona e Kvaragol fino al più artistico Kvaravaggio, il gioco di parole sul cognome è destinato a diventare un tormentone. Per non parlare del nome: c’è già chi pensa a come sarà Napoli fra qualche tempo, quando cresceranno tanti Khvicha Esposito.

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