Asensio, il talento con il “sinistro alla Messi”: lo manda Nadal

Uno di Palma, l’altro di Manacor. L’isola di Maiorca come sfondo. Marco Asensio e Rafael Nadal non sono coetanei, ma solo conterranei. E l’attaccante che piace tanto al Milan (e alla Juventus) deve molto al fenomeno della terra rossa. Fu lui, quando si affacciava nel Maiorca, a segnalarlo a Florentino Perez con una telefonata. Rafa è tifoso del Real nonostante suo zio, Miguel Angel, sia stato dal 1991 al 1999 un giocatore del Barcellona, oltre che punto fisso della Selección. «Presidente, c’è un ragazzino nel Maiorca che sta facendo molto bene». Parole confermate a distanza di anni da Asensio, che prima di approdare in pianta stabile alla Casa Blanca s’è fatto le ossa per un anno all’Espanyol su indicazione di Benitez. Con Zidane, l’esplosione e quel gol nella finale di Cardiff contro la Juventus che in Italia è diventato un tormentone sul web.

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“Asensio, 4-1, è finita”

Uno sfottò nato tra i milanisti per prendere in giro i tifosi bianconeri dopo l’ennesima Champions sfumata. Qualcuno decise anche di stamparselo sulle maglie. Dinamiche che viste con gli occhi di oggi possono ribaltarsi, così come confermarsi. Maldini ha chiamato Ancelotti per sondare la voglia del Real di trattenere il giocatore. Ma Asensio piace anche alla Juventus, più indietro rispetto ai rossoneri. Da «Asensio, 4-1, è finita» ad «Asensio in bianconero» è un attimo. E chissà che non possa essere proprio lui, in futuro, a regalare sensazione europee diverse al tifo bianconero.

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La chiamata dell’Olanda

Asensio ha il doppio passaporto: la madre, scomparsa nel 2011, si chiamava Maria Gertruida Margaretha Willemsem. Aveva sposato il papà Gilberto e deciso il nome da dare al proprio figlio: Marco, in onore di Van Basten. La nazionalità olandese ha fatto sì che l’ex madridista, Van Nistelrooy, provasse a convincerlo a vestire la maglia degli Oranje, ricevendo un ‘no, gracias’ affettuoso e sincero. La Spagna è sempre stata la sua casa, nonostante a più riprese abbia ammesso di avere «sangue olandese». L’ha dimostrato anche quando ha giocato con il Real Madrid ad Amsterdam contro l’Ajax nel 2019. Segnò il gol del 2-1 ed esultò in modo singolare: fingendo di spalmare una crema su una fetta di pane. Il motivo, è che in tribuna ci fossero ben 11 parenti, alcuni dei quali, ogni volta che vanno a trovarlo in Spagna, gli portano un burro d’arachidi prodotto in Olanda e di cui Asensio ne va matto. Quando gioca davanti ai suoi cari, insomma, Asensio dà sempre il meglio. Quest’anno, nel 6-1 al Maiorca, ha rifilato alla sua ex squadra una tripletta senza esultare. La prima e unica con la maglia del Real Madrid. Al ritorno, per farsi ‘perdonare’, ha regalato 40 biglietti ad amici e parenti.

L’elogio di Zidane

Talento indiscutibile e con un piede mancino raffinato. Esteta del gioco e sin da piccolo madridista e fan di Zidane. Che poi s’è ritrovato come allenatore e primo fan: «Mi disse che non vedeva un sinistro come il mio dai tempi di Messi. Rimasi stupito, parlava di uno dei più forti giocatori al mondo» ha detto qualche anno fa in un’intervista alla Cadena Cope.  Le sue qualità sono sotto gli occhi di tutti e se n’è convinto anche lo stesso ct della Spagna, Luis Enrique, che per lungo tempo non l’ha convocato. Ieri gli ha dato la titolarità a distanza di un anno e mezzo dall’ultima volta e il maiorchino ha ricambiato con una gran prestazione in Nations League con la Repubblica Ceca. Il talento c’è, ma per arrivare al Mondiale c’è bisogno di giocare con continuità. Il Milan, gliela può dare. La Juve pure. Un sinistro così, almeno in Italia, non lo si può tenere in panchina. 

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