Arnautovic, alla Macedonia le scuse non bastano: la Uefa apre un’inchiesta

La federazione macedone lunedì sera ha scritto una lettera alla Uefa chiedendo una punizione esemplare per l’ex interista. Oggi è arrivato il comunicato

Polemiche alla fine della festa. Dopo il deflagrare del caso Arnautovic, la Uefa ha aperto un’inchiesta: ” Un ispettore etico e disciplinare è stato nominato per condurre un’indagine sulla questione che ha coinvolto il giocatore”. L’Austria, domenica, ha ottenuto la sua prima, storica, vittoria alla fase finale degli Europei. Nemmeno quando, nel 2008, organizzò il torneo riuscì a togliersi la soddisfazione di un successo: arrivarono infatti le sconfitte con Croazia e Germania e il pareggio (fra l’altro conquistato all’ultimo secondo) con la Polonia. Andò perfino peggio nel 2016, in Francia, quando gli austriaci conquistarono un solo punto nel girone con Portogallo, Ungheria e Islanda.

Eppure, per quanto per l’Austria la vittoria contro la Macedonia sia un traguardo storico, le polemiche fanno scivolare in secondo piano l’evento. Perché le offese rivolte da Arnautovic a Ezgjan Alioski non sono passate inosservate. Alaba ha cercato di mettere le mani davanti alla bocca del compagno, ma gli insulti (volgari e razziali rivolti alla madre del giocatore macedone) si sono comunque sentiti. E nemmeno le scuse di Arnautovic (“Non sono un razzista, non lo sarò mai”) sono bastate per placare le polemiche. La federazione macedone, infatti, ha scritto alla Uefa chiedendo una punizione esemplare per l’ex interista.

La lettera

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Lunedì sera, attraverso la propria pagina Facebook, la federazione macedone ha comunicato di aver mandato una lettera ufficiale alla Uefa “nella quale chiediamo una punizione esemplare per Arnautovic. Siamo sempre contro nazionalismi, discriminazioni e tutte le altre forme di offese che non c’entrano con i valori del calcio. Condanniamo lo sfogo nazionalista di Arnautovic contro Alioski in maniera netta”. Oggi è iniziata l’indagine. Per l’Austria il post partita con la Macedonia doveva essere una festa. In realtà però le polemiche hanno preso il sopravvento.

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