Arbitri, un salto nel vuoto: la ricostruzione

ROMA – Una verità nella storia (brutta) dei voti truccati in serie B agita(va) gli uffici della Procura federale e adesso è passata a quelli della Procura arbitrale, il che significa che sono stati archiviati i componenti del Comitato Nazionale, da Nicchi e Pisacreta, ex presidente e ex vicepresidente Aia, a Zaroli e Archinà, presenti anche nell’attuale governance guidata da Alfredo Trentalange. La verità – emersa a inizio maggio – racconta di un 8.60 trasformato in un 8.70 (come se a scuola vi mettessero prima 8 e 10 poi) a un arbitro giunto al limite per anni di appartenenza (Abbattista) che continua ad arbitrare, e di altri due, Minelli e Baroni, che invece vengono dismessi per millesimi. Ma anche di una chat su whatsapp che denuncia (anche alla Procura della Repubblica) il caso di un altro direttore di gara, Ivan Robilotta, arrivato ultimo eppure salvato (è andato a casa quest’anno ed è implicato nello scandalo dei rimborsi). Ma c’è anche un altro capitolo di questa storia che si può leggere nella relazione d’indagine redatta dal sostituto procuratore Giampaolo Pinna (che dopo le ultime nomine non figura più nella lista dei collaboratori del procuratore Chiné) e dal collaboratore Simone Martino. Un capitolo che, se letto in maniera parallela, potrebbe portare a conclusioni diverse.

Classifiche frizzate

Il primo nodo, perché da questo si parte, riguarda le classifiche. Solitamente vengono stilate alla fine della regular season, in modo da avere il quadro globale degli arbitri: promozioni (all’epoca la A e la B erano ancora separate, anche se per l’ultimo anno) e dismissioni. Ed è sulla base di queste classifiche che Minelli e Baroni vengono mandati a casa. Successivamente, i voti arbitrali inerenti a playoff (le finali di andata e ritorno vengono di solito arbitrate dai due che passeranno in serie A) e playout riguardano solo i vertici della classifica, dunque non concorrono alle dismissioni e neppure alle promozioni, visto che i due prescelti solitamente prendono 8,70. Solo in un caso (La Penna dopo Frosinone-Palermo nel 2018) non fu possibile e quell’anno, il secondo in classifica (Chiffi) superò il primo. Comunque, il voto (eventualmente) modificato riguarderebbe solo la classifica di vertice, non quella di coda.

Il mistero del voto di Abbattista

Tutto nasce dalla denuncia di Minelli e Baroni, presentata attraverso il proprio legale, l’avvocato Paolo Gallinelli (fu il primo a difendere l’ex arbitro De Santis nel processo penale di Calciopoli a Napoli, l’indirizzo del suo studio è lo stesso del vicepresidente dell’Aia; avvocato anche lui, Duccio Baglioni). Fra le altre evidenze, anche la confessione dell’ex componente della Can B, Riccardo Di Fiore, responsabile degli assistenti, che era stato l’osservatore di Abbattista nella partita Spezia-Chievo (semifinale playoff dell’11 agosto 2020). Il nodo è il voto, Di Fiore ha sempre sostenuto che fosse 8.60: e diventerà il personaggio centrale di questa vicenda. È lui che porta a conoscenza della chat della Commissione Can B, dalla quale estrapola gli screenshot oggetto della contestazione (gli altri erano il responsabile della CAN B, Morganti, Christian Brighi e il segretario Davide Garbini). È Di Fiore (si contraddice tre volte circa i presenti a quella partita, ammettendo all’inizio che c’erano anche Morganti e Brighi, ovviamente assenti) che registra la conversazione con Morganti, prodotta assieme alla denuncia. Dalle carte però, emerge che Di Fiore, pur avendo letto i messaggi della chat praticamente in contemporanea con gli altri membri della chat stessa (lo dimostra Brighi a Pinna e Martino), non interviene mai. Dato che si sta parlando (anche) del voto da attribuire ad Abbattista, perché non interviene mai a rettificare quello che dicono i colleghi? Perché non ferma tutto dicendo, che so: «vi siete sbagliati, vi state sbagliando, il voto non è 8,70 ma 8.60». Non lo fa quel giorno. Né quando arriva la mail di confronto rivolta a tutti i componenti, né nella video-call del pomeriggio. Non lo fa neanche quando arrivano (il 21 agosto) le tabelle riassuntive dei voti stagionali (divise per arbitri e gare dirette) e nemmeno quando, il 31 agosto, mentre il Comitato Nazionale sta per affrontare i “Promossi&Bocciati”, firma la relazione di quella partita (arrivata 20 giorni dopo, non in pdf – che non è modificabile – ma in word), dove il voto dell’arbitro è appena sopra quello dei guardalinee, dei quali lui era il responsabile. Possibile che non abbia mai notato la modifica?

Tutti gli approfondimenti sul Corriere dello Sport-Stadio

Figc, indagine sui rimborsi: sospesi tre arbitri e quattro assistenti di A

Guarda il video

Figc, indagine sui rimborsi: sospesi tre arbitri e quattro assistenti di A

Precedente Buksa a Il Secolo XIX: "Al Genoa per imparare sulle orme di Piatek e Lewandowski" Successivo Cristante abbraccia Mourinho: "Voglio una festa con la Roma"