Antonio Cabrini: “Omosessualità nel mondo del calcio? Se ne parla poco perché i tifosi non sono ancora pronti”

Intervistato da I Lunatici su Radio Due, l’ex calciatore Antonio Cabrini ha anche parlato dell’omosessualità nel mondo del calcio: “Sicuramente ci sono delle situazioni normalissime di omosessualità anche nel mondo del calcio. Se ne parla poco non perché il calciatore o la squadra non siano pronti, ma perché forse i tifosi ancora non lo sono. Sicuramente delle situazioni esistono, ma se ne parla poco perché la gente che va a vedere il calcio forse non è ancora pronta. Dobbiamo ancora crescere a livello culturale”.

Sul sesso prima delle partite: “Sono situazioni che si contano sul palmo di una mano in tanti anni. Può succedere, ma per quello che mi riguarda, quello che ho visto, non c’è questo rapporto spasmodico tra l’atleta prima della gara e il sesso. L’allenatore più attento? Direi Trapattoni. Non era uno che ti bacchettava, ma era uno molto attento, non ti permetteva mai di rilassarti, era un martello che ti metteva sempre davanti la realtà della partita successiva”.

Antonio Cabrini e Paolo Rossi: “Era un ragazzo meraviglioso. Sempre col sorriso pronto”

“Io e Paolo Rossi abbiamo diviso dieci anni di camera in nazionale, lo conosco come le mie tasche, era una persona e un ragazzo meraviglioso, sempre col sorriso pronto, sempre pronto a scherzare, a sdrammatizzare, sia fuori dal campo che in campo, era una grande persona, un grande amico. Una notte particolare che mi ricordo in ritiro con lui? Quelle del mondiale quando entravano in camera nostra prima Tardelli, che dormiva pochissimo, e poi arrivava Bearzot che prima voleva mandare tutti a letto ma poi rimaneva con noi fino a notte fonda per parlare di calcio”.

Cabrini è stato il fidanzato d’Italia: “Inizialmente non mi piaceva, la cosa andava a scontrarsi col mio modo di vivere il mio mondo, quello dello sport e del pallone, poi col passare del tempo ho dovuto farci l’abitudine e l’ho cavalcato, non potevi sempre prendertela perché ti soprannominavano in un modo o in un altro. Una volta, eravamo credo a Campobasso o a Benevento, è arrivato il pullman davanti all’hotel, c’era tantissima gente che ci aspettava, ci tiravano da una parte e dell’altra, arrivai nella hall dell’albergo con la camicia tutta strappata e con un sacco di catenine lanciate verso di me.

Presumo fossero state ragazze. Io comunque sono rimasto sempre con i piedi per terra, grazie ad una educazione familiare importante, che mi ha permesso di tenere la testa sulle spalle”.

Precedente Luna Rossa, venerdì nuovo round di regate per la finale della Coppa America di vela: Esordio esaltante 1-1 coi Kiwi Successivo LIVE Liverpool-Lipsia 0-0: crossa Alexander-Arnold, con i pugni Gulacsi