Anna Falchi tra Lazio, lasagne e fitness: “Lulic e Immobile bandiere. E il tapis roulant…”

Anna Falchi, attrice e grande tifosa laziale si allena tutti i giorni, ma in passato ha avuto un rapporto conflittuale con l’attività fisica

Pietro Razzini

9 aprile – Milano

Il tempo per lei non passa mai. Anna Falchi è attrice, conduttrice, tifosa ed eterna icona sexy. Non a caso fu un concorso di bellezza a svelarla al grande pubblico. Miss Italia 1989. Per Anna, la fascia di Miss Cinema (l’ideale, vista la futura carriera) e l’inizio di una storia che l’ha portata a tanti “scudetti” professionali: “Ero una ragazzona sana e un po’ selvaggia. Piena di voglia di vivere e di grinta. Avevo una personalità ingombrante. All’epoca era tutto semplice, per quel che riguarda la cura del fisico. Beata gioventù. Ripensando a quegli anni, la mia vita avrebbe potuto prendere tutt’altra direzione grazie allo sport”.

Si spieghi meglio.

“Mi avevano detto che avevo un talento naturale per il nuoto. In particolare eccellevo nello stile libero. A me, però, piaceva studiare e preferivo passare il tempo sui libri piuttosto che in piscina. Sarebbe servito tanto sacrificio per affiancare la scuola all’ attività agonistica. Ammetto: un po’ di rammarico c’è. Forse è per quello che mi emoziono a ogni impresa di Federica Pellegrini”.

Quindi le piace seguire il nuoto, anche in tv?

“Io tifo per tutte le atlete italiane. La Pellegrini, ovviamente, ma non dimentico, per esempio, Sofia Goggia e Marta Bassino che quest’anno hanno esaltato la nostra nazione sugli sci”.

Il suo rapporto con l’attività fisica come è cambiato nel tempo?

“Viaggia tra alti e bassi. Non mi piace andare in palestra. Non trovo elegante mostrarsi quando si fa fatica: è una sorta di timidezza mia. Un briciolo di pudore. Nel 2007, allora, ho comprato un tapis roulant. Ma ammetto: nei primi tempi ha avuto, più che altro, la funzione di appendiabiti”. (ride ndr)

Poi c’è stata una inversione di tendenza?

“È stato inevitabile: ora lo uso tutti i giorni per 45 minuti. E poi, durante la settimana, eseguo un lavoro specifico sulle diverse parti del corpo. Apro Youtube e seguo dei corsi ad hoc”.

Curiosando sui suoi social, infatti, c’è poco fitness. Ma un fisico come il suo non si crea da solo.

“Soprattutto nell’ultimo anno ho potenziato l’attività. Inizio già la mattina, portando mia figlia Alyssa a scuola, rigorosamente a piedi. Mi è sempre piaciuto camminare e, quando era possibile, andavo sul lungo Tevere e macinavo chilometri a passo sostenuto”.

Recentemente ha condotto “C’è tempo per” su Rai 1: tra i vari argomenti, ha trattato spesso anche la “ginnastica dolce”.

“Volere è potere: lo ripeto sempre. Non servono tanti soldi per tenersi in forma. Le bottiglie d’ acqua possono sostituire i pesi. Le scale diventano i più moderni ritrovati tecnologici. Io, per esempio, non uso mai l’ascensore. Con un po’ di inventiva e determinazione, tutti possono arrivare all’ obiettivo prefissato”.

I set cinematografici come “agiscono” sul suo fisico?

“Sono sempre stati un’arma letale: uno strumento di dimagrimento, causa stress. Io ho le mie abitudini salutari a cui tengo particolarmente: sveglia presto al mattino e cena a orari scandinavi, visto che un po’ di sangue finlandese scorre nelle mie vene”.

A proposito di cena, che cuoca è Anna?

“Cucina rapida se sono da sola. Sempre con prodotti made in Italy e, possibilmente, a chilometro zero. Per gli amici, invece, non bado a spese: esagero sempre nelle quantità, stando attenta alle necessità dei miei ospiti. Il mio cavallo di battaglia? Le lasagne. Piacciono molto. Poi ci sono le tagliatelle al ragù, le polpette e le cotolette. Piatti semplici ma… che sapore”.

Le è stato utile, in questo senso, essere in tv con il programma “Anna e i suoi fornelli” ?

“Ho approfondito la mia conoscenza delle cucine regionali. I prodotti tipici di ogni territorio, i vini da abbinare. Mi sono confrontata con chef di tutto lo Stivale cercando di rubare da ognuno qualche piccolo segreto”.

Televisione , cinema e teatro: che tipo di piatti sarebbero per lei.

“La tv è una pizza quattro stagioni: si trova sempre qualcosa che piace lì dentro perché c’è un po’ di tutto. Il teatro potrebbe essere un piatto sofisticato, legato alla nouvelle cousine. Il cinema, infine, ha più il sapore del junk food: un hamburger con le patatine che regala il fascino dell’evasione”.

E proprio parlando di evasione, la Lazio è da tanto tempo una valvola di sfogo della sua passione.

“Soprattutto negli ultimi anni l’ho vissuta con grande attenzione, anche allo stadio quando era possibile. Mi sono affezionata alla squadra di Inzaghi a cui faccio gli auguri perché ha compiuto gli anni qualche giorno fa”.

Il popolo biancoceleste ancora la ricorda in occasione della festa scudetto del 2000.

“In realtà fu Sabrina Ferilli a lanciare la provocazione parlando della Roma. Nel mio caso fu qualcosa di molto spontaneo: era l’ultima gara di Roberto Mancini e decisi di indossare la sua maglietta dello scudetto, casacca che custodisco ancora gelosamente a casa”.

A quali calciatori della Lazio attuale è più legata?

“Sicuramente a capitan Lulic, emblema in campo e fuori. E poi Ciro Immobile, uno di quei calciatori che sente la maglia della Lazio come una seconda pelle. Le sue scelte hanno dimostrato quanto tiene a questa squadra. I tifosi possono solo essere riconoscenti a un atleta come lui che, sono sicura, tornerà presto a segnare”.

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