Andreazzoli: "Asllani è già da Inter, ma crescerà ancora"

MILANO – Nella crescita, anzi nell’esplosione, dello scorso anno di Kristjan Asllani c’è la mano di Aurelio Andreazzoli. E’ stato il tecnico di Massa ad avere il coraggio di dare al diciannovenne albanese le chiavi del suo Empoli. Un’intuizione geniale anche se Andreazzoli, maestro di tattica e di modestia, ha attribuito tutti i meriti al suo ex allievo. 
 
Andreazzoli, cosa ha visto in Asllani quando ancora era in Primavera? 
«A essere sinceri, non era difficile notare che aveva qualcosa più degli altri. Sono stati bravi coloro che lo hanno preso da ragazzino e lo hanno cresciuto nel vivaio».

Almeno un merito lei e il suo staff dovrete averlo… 
«Forse siamo stati bravi a credere che potesse esprimersi tra i grandi come in Primavera». 

Non è un merito da poco, soprattutto nel calcio italiano… 
«Non credo di aver fatto un granché perché gli allenatori “raccolgono” quello che i giocatori propongono. La mia professione la svolgo senza guardare la carta identità: decisivo per il mio giudizio è quello che uno dà in campo e se è giovane, tanto meglio… La gioventù porta qualcosa di interessante in un gruppo».

Cosa l’ha colpita di più di Asllani fin dal primo giorno?
«Le doti morali. E’ nato per giocare a calcio perché non ha grilli per la testa, non ha un tatuaggio, non dice mai una parola fuori posto. E’ sempre concentrato ed è una soddisfazione allenarlo: cosa gli dici fa, senza che tu debba ripeterglielo il giorno dopo». 

In cosa può migliorare?
 «Fisicamente ancora deve formarsi ma quanto a resistenza ha qualità importanti. Sui piedi, poco da dire: calcia di destro o di sinistro, batte i rigori e tira benissimo gli angoli. E’ uno che… c’ha tante cose».

E’ pronto per l’Inter?
«Secondo lei se non lo fosse stato, lo avrebbero preso? All’Inter, come si dice, non dormono… a piedi scoperti. Asllani è pronto per una grande, ma deve ancora crescere: allenarsi in un ambiente del genere accelererà il suo processo di maturazione».

Può giocare sia regista sia più avanzato? Non è solo un vice Brozovic, giusto?
«Le prime presenze, entrando a partita in corso, le ha fatte come interno, a destra o a sinistra, ma quando gli abbiamo dato una maglia da titolare, lo abbiamo utilizzato sempre come play davanti alla difesa, a eccezione delle due gare contro l’Inter, in Coppa Italia e al ritorno in campionato. Lì gli abbiamo chiesto di marcare il regista avversario e di muoversi da trequartista. Ci è riuscito bene anche perché vicino all’area di rigore cerca la porta con entrambi i piedi e ha un bel tiro. Lo ha confermato a Ferrara».

Quindi sabato lo ha visto in tv?
«Sì perché gli voglio bene. E’ un bravo ragazzo e faccio il tifo per lui. Gli ho mandato un messaggio dopo l’incontro e lui mi ha subito risposto. Ma quello che ci siamo detti, rimane tra noi».

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