Anche Brambati denuncia: “Prendevo il Micoren come se fossero caramelle”

La morte di Vialli ha scosso le coscienze, facendo venire i brividi a molti ex calciatori, e dopo Dino Baggio sono arrivate le parole di Brambati, che ha ammesso: “Ho paura, adesso mi affido a Dio. Vent’anni fa feci un’intervista e la Federcalcio mi minacciò”

Dopo la scomparsa di Vialli, si moltiplicano le testimonianze di ex calciatori preoccupati per la loro salute, che appartengono alla stessa generazione di Gianluca, ripensando alle sostanze assunte durante la carriera in anni ormai lontani. Dino Baggio aveva sollevato il coperchio su un tema che oggi dà ancora fastidio a molti, e gli ha fatto seguito Massimo Brambati, intervenuto a “Processo 7 Gold”: “Ho timore anch’io – ha raccontato l’ex difensore, oggi 56enne – , vent’anni fa lo dissi e mi arrivò una lettera della Figc che mi minacciava. Io, in una società di cui non faccio il nome, prendevo prima ella partita il Micoren come se fossero caramelle. All’epoca non era proibito, dopo qualche anno è diventato proibitissimo. Prendevo anche l’Anemina, una sostanza non dopante, ma ne avvertivo l’effetto. Non sentivo la fatica, avevo i battiti accelerati e una maggiore prontezza di riflessi”.

PROTESTE? MAI

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Brambati, inoltre, ha ricordato altre situazioni poco chiare a livello medico quando era calciatore: “Avevo 20 anni e mi dicevano facendo una flebo avrei avuto una performance migliore. C’erano allenatori che se non facevi la flebo, si arrabbiavano. Davano sostanze che all’epoca non erano però ritenute doping. Oggi quando sento determinate situazioni che accadono ai calciatori del mio periodo, mi affido a Dio…”.

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