Ancelotti: «Col Milan una Champions da brividi. E chiedo scusa a Zola»

Bayern Monaco
Ancelotti: «Col Milan una Champions da brividi. E chiedo scusa a Zola»
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Dopo il trionfo in Bundesliga col Bayern il tecnico ripercorre tutta la sua carriera: «A Parma ero troppo rigido. La celebrazione più emozionante? A Parigi»

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ROMA – Paese che vai vittoria che trovi. Potrebbe essere questo un proverbio giusto per Carlo Ancelotti, che dopo i trofei conquistati in Italia, Spagna, Inghilterra e Francia ha vinto quest’anno il titolo in Germania con il Bayern Monaco, ma alle emozioni di un trionfo non si abitua mai: «L’inizio qui è stato complicato – ha detto il tecnico italiano ai microfoni di ‘Fox Sports’ in un’intervista in cui parla di tutto e che andrà in onda domani alle 18.15 e alle 23.30 e in replica domenica alle 15.30 e alle 00.30 -. Devo saper gestire bene delusioni e momenti positivi. Allenare è una passione che ti dà molte emozioni sia positive sia negative. Più passa il tempo e più soffri per le sconfitte e esulti meno per le vittorie». Ripercorrendo  il suo passato ha iniziato dal Milan, ripercorrendo poi la sua carriera: «La prima vittoria è stata la più indimenticabile. I rigori con il Milan in Champions contro una squadra italiana. Il double con il Chelsea è stato raggiunto quando tutti ci davano per morti. Parigi la celebrazione più emozionate, più incredibile e pazza. I tifosi del PSG aspettavano il titolo da 18 anni e la gente era impazzita: hanno sfasciato la città – ricorda Ancelotti -. La ‘Decima’ a Madrid l’abbiamo vinta perché c’era una volontà da parte di tutti: giocatori, allenatore, società e tifosi. Il Meisterschale mi aspettavo di vincerlo subito. Gli infortuni di Lewandowski, Hummels e gli errori che ha fatto arbitro nel match di ritorno contro il Real ci hanno fatto uscire dalla Champions».

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SCUSE A ZOLA … – Di presidenti esigenti, oltre che competenti, ne ha avuto tanti. Ancelotti risponde così alla domanda se sia stato ‘più complicato spiegare l’albero di Natale a Berlusconi in italiano o in spagnolo la sua idea di calcio a Florentino Perez’.  «Non è stata complicata nessuna delle due cose perché non ho dovuto spiegare nulla: non mi è mai stato chiesto di chiarire il mio sistema di gioco e la mia strategia. Siamo sempre giudicati dal risultato, non dalla strategia che metti in campo», spiega il tecnico del Bayern che torna su un errore di gioventù, quello fatto quando sacrificava Zola a Parma per il 4-4-2.«All’Ancelotti giovane direi che dovrebbe aprire un po’ la mente, era troppo fissato su certe ideologie invece alla base di ogni allenatore c’è il capire il materiale che ha a disposizione. Non puoi fare un vestito da sera con un paio di jeans. Credo che tutti i sistemi di gioco siano buoni». Chiusura sul suo ‘pupillo’ Verratti. «Sta bene dappertutto perche’ e’ un grande giocatore, anche se e’ giovane. C’è solo un problema: che gioca al Psg e se lo tengono ben stretto, perché non ci sono tanti centrocampisti di questo livello».

(in collaborazione con ItalPress)

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