Ammonizione per la fascia arcobaleno? Van Dijk rinuncia e il caso monta

Diversi capitani, da Neuer a Kane, pronti a schierarsi contro la repressione del Qatar sulla comunità LGBTQI+, ma la Fifa non ha chiarito quali potrebbero essere le sanzioni: il leader dell’Olanda ha già deciso di fare un passo indietro

Quanto costa il diritto a protestare? È questa la domanda che si stanno ponendo squadre e tifosi delle nazionali impegnate al Mondiale in Qatar, in particolare i giocatori pronti a esporre la famosa fascia arcobaleno, “One Love”, contro la repressione che il governo del Qatar esercita nei confronti di chi appartiene alla comunità LGBTQI+.

Ipotesi giallo

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I nomi sono tanti e importanti, dal capitano della Germania Neuer fino al leader dell’Inghilterra, impegnata oggi contro l’Iran, Harry Kane, e quello del Galles Gareth Bale. C’era anche il leader dei Paesi Bassi Virgil van Dijk, ma secondo la stampa olandese avrebbe già deciso di fare un passo indietro. Da regolamento infatti i giocatori possono indossare solo abbigliamento ed equipaggiamenti ufficiali forniti dalla Fifa. L’esposizione di altro genere di accessori può essere punito con un cartellino giallo. Van Dijk, che nel pomeriggio debutterà contro il Senegal, aveva già dichiarato: “La prospettiva di cominciare una partita da ammonito non mi entusiasma”. Stamattina la decisione, complice la federazione olandese, di non indossare il simbolo della protesta.

La situazione

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Si sperava che in mattinata la Fifa potesse chiarire le sue intenzioni, visto che al Mondiale non esistono precedenti. Secondo il Guardian, la Football Association avrebbe cercato chiarimenti dalla Fifa già a settembre, senza ricevere alcuna risposta. La federazione inglese, così come quella tedesca, si è detta pronta a ricevere e pagare una sanzione amministrativa, ma l’ipotesi ammonizione potrebbe cambiare le cose anche nei loro casi. E il tempo stringe…

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