Altafini: “Vi spiego perché Rivera è il più grande insieme a Baggio”

Ricorda José: “Gianni era fortissimo. Aveva grandi intuizioni. In più, segnava! E quell’assist col Benfica…”

Nel Milan che abbracciava il ragazzino Gianni Rivera c’era un giovanotto di ventidue anni che qualcosina aveva già vinto: un Mondiale col Brasile, uno scudetto col Milan… José Altafini, con la sua travolgente vivacità, ritorna con la mente a quei giorni: “Gianni lo segnalò Franco Pedroni, libero e allenatore dell’Alessandria, cognato del nostro difensore Alfio Fontana. Così fu organizzato un provino: si capiva che aveva qualcosa di speciale. Alla prima partita del campionato successivo (1959-60, n.d.r.) andammo in trasferta proprio ad Alessandria, perdendo 3-1, e Gianni giocò benissimo. Al ritorno a San Siro, stesso risultato, ma stavolta per noi: Rivera segnò il loro gol. L’anno dopo era in squadra con noi”.

Precedente La lezione di Dionisi e un Lecce "galattico" Successivo Chiellini 500, ma a Napoli non si festeggia: per una volta decisivo al rovescio