All’Inter basta un tempo da campioni. Segnale forte e chiaro al campionato

Inzaghi supera brillantemente l’esame di Italiano, Pioli è l’arma in più di questo Milan e il doppio titolo europeo nella pallavolo indica la strada per il futuro. L’editoriale

Un tempo da campioni basta all’Inter e avanza. La rimonta sul campo di una delle squadre più in forma, la Fiorentina, è una dimostrazione di forza e di consapevolezza delle proprie capacità che ha il sapore della risposta a Napoli e Milan, o a chiunque abbia in testa di scucirle lo scudetto. La vittoria è importante al di là dei tre punti e del primato temporaneo che porta con sé. L’Inter ha vinto da grande squadra. Non ha perso fiducia davanti alla marea viola iniziale. Ha retto quando è andata sotto. Ha contenuto i danni quando Vlahovic ha cercato il gol con tutta l’irruenza di cui è capace, che non è poca. Ha rimesso la barca in linea di galleggiamento sul finale del primo tempo. Poi, tornati in campo, in pochi minuti ha ribaltato risultato e partita. La Fiorentina non ha più ritrovato l’energia positiva della prima mezzora, ha perso prima le certezze e poi la testa. L’espulsione di Gonzalez ha messo il sigillo alla supremazia nerazzurra. Una prova da squadra adulta, nella pienezza della proprie potenzialità. Inzaghi ha superato brillantemente l’esame di Italiano, ora gli tocca il dentista Gasperini: l’Atalanta sta crescendo giornata dopo giornata ritrovando sé stessa.

Non si capisce perché il Milan non rinnovi il contratto a Pioli. Il valore aggiunto della squadra è lui. I giocatori presi individualmente formano un buon collettivo. Niente di più. Sono superiori Inter, Juve e Napoli. Eppure è la squadra che gioca meglio. Solo gli azzurri di Spalletti hanno convinto altrettanto, ma il Milan ha avuto partite più difficili. La Juve che ha giocato al Maradona non era la stessa di domenica sera. Il Napoli la partita più bella, quella che ha misurato peso e ambizioni, l’ha disputata in Europa, a Leicester. Non sono molte le squadre italiane capaci di dominare un’inglese in trasferta. Spalletti c’è riuscito: gli va riconosciuto il gran lavoro fatto. Il primato in classifica è la conseguenza. Arriverà fino in fondo? Credo di sì, la rosa è di qualità, servirà soprattutto in inverno quando il Napoli perderà per la Coppa d’Africa tre giocatori fondamentali: Koulibaly, Anguissa e Osimhen. Il Milan con un attaccante giovane anziché Giroud poteva essere una squadra di caratura superiore. Affiancare a un grandissimo quarantenne un acciaccato trentaquattrenne è stato un azzardo. Sarebbe stato meglio prendere, oltre a Pellegri, un altro ventenne. A trasformarlo in luccicante realtà avrebbe pensato l’allenatore. Come ha fatto con Tonali, Diaz, Leao. La bravura di Pioli sta appunto nell’aver dato al Milan gioco e corsa a prescindere da chi manda in campo. Anche se nel calcio di oggi prescindere totalmente dai giocatori è più difficile di una volta, almeno se vuoi vincere lo scudetto e andare avanti in Europa.

Allegri con una battuta al limite della provocazione ha detto di aver sbagliato i cambi, aiutando così la rimonta La verità è che un conto è prendere la Juve dopo tre anni vincenti di Conte con annesso record di punti, un altro conto è prenderla dopo due anni di strambate tecniche culminate in un faticato quarto posto. Allegri ha bisogno di tempo per ridisegnare la squadra. Ma sicuramente ne verrà a capo. La chiave è a centrocampo, negli ultimi anni sono arrivati alla Juve giocatori inadeguati (Ramsey e Arthur) o inadatti (Rabiot). Locatelli ha sicuramente talento, avrà però compiti diversi rispetto al Sassuolo e anche rispetto alla Nazionale. Dovranno cambiare rapidamente Chiesa, Kulusevski e De Ligt. Dalla velocità di risposta dei giovani leoni dipende la rimonta bianconera.

Ci sono ori e ori. Ci sono Mondiali e Mondiali. E anche gli Europei non sono tutti uguali. Il doppio titolo continentale vinto dalle nazionali di volley è significativo e di prospettiva. Un successo di squadra pesa di più di un successo individuale. Nel volley, nel basket o nella pallanuoto l’Italia ha sempre avuto grandi stagioni da protagonista. A Tokyo abbiamo portato molte squadre, il che è un segno positivo, ma è mancata una medaglia. L’estate azzurra fantastica nel susseguirsi dei risultati ha avuto un finale che colma una lacuna olimpica e indica la strada su cui lavorare verso Parigi. Che non è poi così lontana come può sembrare.

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