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Allenatori senza patentino: Bocchetti non è il primo caso in Serie A

Quello del Mancio resta uno dei casi più famosi. Un polverone di vent’anni fa risolto con un lieto fine: la Coppa Italia con la Fiorentina. Andiamo con ordine. Febbraio 2001, Mancini ha appena smesso di giocare dopo un pugno di partite con il Leicester e riceve la chiamata da Vittorio Cecchi Gori. “Verresti ad allenare da noi?”. “Perché no”. I sussurri diventano proteste ad alta voce, e il numero 10 di Samp e Lazio – ex vice di Eriksson sulla panchina dei biancocelesti – diventa un bersaglio. “Non ha il patentino, non può allenare”. Lo dicono tutti. Mario Valitutti, presidente del Settore Tecnico, dice che il Mancio è già stato tesserato a inizio stagione con la Lazio, mentre Renzo Ulivieri, futuro leader dell’Associazione calciatori e al tempo allenatore del Parma, ribadisce che la vicenda è “uno schiaffo a Coverciano”. Alla fine il Mancio ottiene il via libera da Gianni Petrucci, commissario straordinario della Figc. Oggi è il c.t. della Nazionale.