Allenamenti a metà, infortuni e rottura sul mercato: Juve all’ultimo triste Khedira

Il campione del mondo 2014 inizia probabilmente l’ultima settimana da bianconero. Nel 2020 ha giocato solo 28 minuti in Coppa ma Pirlo è ottimista: “Troveremo insieme una soluzione”

Sami Khedira probabilmente ha appena iniziato la sua ultima settimana da giocatore della Juventus. Pirlo ieri sera è stato ottimista: “Con Khedira abbiamo parlato, con lui stiamo valutando quale può essere la soluzione migliore da prendere in considerazione. Valuteremo nei prossimi giorni e troveremo una soluzione congeniale a entrambe le parti”. L’armonia in realtà non è stato il sentimento dominante delle ultime settimane. La Juventus ha deciso da tempo che Sami a 33 anni non fa parte del progetto per il 2020-21 e non per caso lo fa allenare parzialmente con la squadra, parzialmente da solo.

Il contratto

—  

In estate si parlava di Khedira, Higuain e Matuidi come giocatori con cui rompere. Blaise e il Pipita hanno accettato di risolvere il contratto, prendendo parte dello stipendio per il 2020-21, l’ultimo anno di contratto. Sami ha detto no a lungo e, anche ora che tutto questo sembra arrivato a una soluzione, colpisce guardarsi indietro. In estate si è parlato di un ritorno in Germania, soluzione non troppo gradita da Khedira, e soprattutto di Mls, ma nessuno si è fatto avanti con decisione. Una volta però andava diversamente.

Come è successo?

—  

Khedira tra novembre 2017 e febbraio 2018 riuscì a mettere in fila una serie di partite da titolare consecutive: in Serie A, non c’era Juve senza di lui. A febbraio 2019, prima del volo per Madrid per giocare con l’Atletico, si bloccò per una forte aritmia: seguì intervento al cuore, ma a fine estate Sami era di nuovo titolare con Sarri. Da allora, buio. Nell’ultimo campionato, tra infortuni e scelte tecniche, ha giocato 685 minuti, quasi tutti nella prima parte di stagione. Nel 2020, solo 28 minuti contro il Milan in Coppa Italia e un intervento di pulizia al ginocchio destro ad aprile. Un finale triste. Perché è successo? Per gli infortuni, soprattutto. E per una condizione fisica lontana da quella necessaria per restare ad alto livello, soprattutto nel calcio di aggressione che chiede Pirlo.

I ricordi

—  

Restano i ricordi. I giorni in cui Allegri costruì intorno a lui il 4-2-3-1 con cui arrivò alla finale di Champions 2017: Cuadrado, Dybala, Higuain, Mandzukic davanti, Pjanic a costruire per tutti e Sami a reggere il mondo in mezzo al campo. Le prime partite con Sarri, quando il mondo lo considerava una riserva e invece, in formazione, il nome di Khedira si trovava sempre. Tra tanti momenti, per un sorriso è meglio ripensare al 22 ottobre 2017, quando la Juve andò a giocare a Udine e Sami tornò con un pallone in borsa: aveva appena segnato la più impronosticabile tripletta della Juventus moderna.

Precedente Van Gaal, senti l'ex United Rafael: "Ogni giorno un quarto d'ora di s*******e!" Successivo Stefano Sensi e fidanzata in due sul monopattino/ “Selfie” proibito: multa Inter?