Allegri vuole Dzeko, la Juve pensa all'occasione

La Juve, la Roma, Edin Dzeko. E fin qui è tutto come un anno fa, con un anno in più sul-la carta d’identità del bosniaco e uno in meno dalla scadenza del suo contratto, fissata al 30 giugno 2022. Per il resto è però cambiato tutto. Alla Juve non ci sono più Fabio Paratici e Andrea Pirlo, ma Federico Cherubini e Max Allegri che tutto sommato sembrano pensarla alla stessa maniera fiutando l’affare per il centravanti chiamato a completare l’attacco bianconero, sia che debba ruotare attorno a Cristiano Ronaldo sia che debba gestirne l’eredità. Alla Roma nel frattempo è arrivato Tiago Pinto a occupare la casella del ds, mentre José Mourinho è già diventato il più grande colpo possibile di mercato: dopo tante giravolte, per vari motivi, Dzeko si ritrova fronte alla porta d’uscita, senza dover necessariamente sbatterla quella porta, anzi. E pure Dzeko ha cambiato manager, scegliendo Alessandro Lucci dopo anni trascorsi al fi anco di Silvano Martina. È cambiato tanto, tantissimo. Ma un anno dopo sono di nuovo tutti qui: Juve, Roma e Dzeko. Con la volontà di cambiare anche un’altra cosa, la più importante: il finale.

Juve, si riapre la pista Dzeko

Se un anno fa l’affare saltò, le responsabilità son da cercare altrove (vedi l’intreccio con Arek Milik e il Napoli). La Juve ha così riaperto un file mai chiuso. Difficile programmare in un mercato così vincolato al futuro di Cristiano Ronaldo, che sta cercando una via d’uscita (tra United e Psg), ma in questo momento ha energie da dedicare solo all’Europeo. Serve così un piano buono sia in caso di partenza che di permanenza di CR7, tecnicamente ed economicamente. E anche a 35 anni, anche dopo una stagione un po’ così, il profi lo di Dzeko è di nuovo quello che può mettere tutti d’accordo. È un vero 9, ha testa e piedi da falso 10, era già nella transizione da Sarri a Pirlo l’uomo giusto per tenere insieme Ronaldo e Paulo Dybala, lo resta ancora oggi che potrebbe poi finire per giocare solo con uno dei due. L’attesa conferma di Alvaro Morata non sarebbe un problema: tre punte erano poche, quattro non potranno essere troppe.

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