Allegri specialista: finali ad alto ritmo e due sprint vincenti

Cinque scudetti alla Juve, due beffando il Napoli di Sarri: negli ultimi turni ha gestito e ampliato vantaggi. Ma ora serve di più

Finire non è mai stato un problema, al massimo gli inconvenienti si sono presentati in partenza, come per uno sprinter distratto. Massimiliano Allegri ha perso l’ultima volata scudetto dieci anni fa, quando era al Milan, contro la Juve di Conte, con tutti i “se” e i “ma” che si sollevano a Milanello nel ricordo del gol non concesso a Muntari. Da allora o non ha più lottato per il titolo (le due successive annate con il Milan) oppure lo ha vinto. Cinque trionfi: in due a questo punto della stagione aveva già distacchi siderali, in una ha gestito e allungato un certo vantaggio (sei punti), in altre due è andato allo sprint, col Napoli di Sarri. Quest’anno la storia è diversa, quando mancano otto giornate ci sono sette punti di ritardo e tre squadre davanti. A sentire lui, non c’è nemmeno una reale corsa: la Juve secondo Max non ha possibilità, in base alle sue tabelle “matematiche”. A sentire tutti, la prossima è la giornata chiave: vincendo si resta in corsa facendo un po’ più paura di prima, con ogni altro risultato è “game over”.

La rimonta

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È la volata più difficile per mister “corto muso”: l’espressione “allegriana” fu trasferita dall’ippica al calcio proprio per descrivere la lunga corsa di un campionato, solo in tempi recenti l’immagine è stata estesa anche alle vittorie con un solo gol di scarto nelle singole partite. Le maggiori similitudini, inevitabilmente, sono con la stagione 2015-16, la seconda di Allegri a Torino, se non altro per la partenza “falsa” di inizio stagione. Allora aveva 12 punti dopo 10 giornate (14° posto), ma la virata post-caduta col Sassuolo fu più risoluta e immediata: seguirono 24 vittorie in 25 gare, già alla 25ª giornata il gol di Zaza nella sfida diretta col Napoli sancì un sorpasso che non avrebbe avuto repliche. Alla 30ª i punti di vantaggio erano 3, alla 35ª con la vittoria a Firenze (gol decisivo di Morata, rigore parato di Buffon) i bianconeri si misero in condizione di festeggiare davanti alla televisione il giorno dopo, con la caduta del Napoli a Roma.

Contro l’Inter

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La centralità della sfida con l’Inter richiama invece l’altro sprint vincente di Allegri, quello del 2017-18: allora si presentò a questo punto della stagione con 4 lunghezze di vantaggio sul Napoli, che si erano poi ridotte a una dopo lo scontro diretto del 34° turno, la vittoria azzurra allo Stadium con gol di Koulibaly. A quel punto l’inerzia del torneo era cambiata, la banda di Sarri vedeva il sorpasso forte anche di un calendario migliore. Nel turno successivo la Juve andava in casa Inter: a 3 minuti dalla fine perdeva 2-1, poi Cuadrado e Higuain ribaltarono tutto. Il Napoli crollò anche moralmente, il giorno dopo perse 3-0 a Firenze, alla 37ª arrivò il quarto titolo.

Le tabelle

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Nelle altre annate Max si è limitato a gestire, a seguire le tabelle: alla trentesima aveva 12 punti di vantaggio sulla Lazio nel 2014-15, 6 sulla Roma due anni dopo, addirittura 18 sul Napoli nella sua ultima stagione a Torino prima della “pausa” biennale. Allora vinse con cinque giornate di anticipo e quella, a pancia piena, è l’unica stagione in cui sia andato sotto i 17 punti di bottino nelle ultime 8 giornate. Stavolta ne servono di più: 24 (tutti) potrebbero anche non bastare, a mettere il “muso” davanti sulla linea del traguardo.

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