Allegri: “Mercato, c’è unità di intenti. Pogba? Sappiamo cosa vogliamo. Ma niente rivoluzioni”

Il tecnico bianconero dopo la sconfitta a Firenze: “La squadra va sistemata, prima vediamo chi esce. Non buttiamo via tutto, c’è una buona base, a partire dai giovani: De Ligt, Vlahovic, Locatelli, Chiesa. Ma serve un po’ di esperienza e malizia da altri per farli crescere. I nostri 70 punti sono falsi”

“Nomi e cognomi? Ora vediamo, dobbiamo parlare con la società: la squadra va sistemata”. Massimiliano Allegri saluta la stagione del suo ritorno alla Juventus finita con risultati inferiori rispetto a quanto speravano lui e il club e si tuffa nel futuro, nel mercato: “Sono contento perché abbiamo unità di intenti – ha detto l’allenatore ai microfoni di Sky -. Poi abbiamo tanti giocatori, diversi dovranno uscire, oltre a Chiellini, Dybala e Bernardeschi che sappiamo. Poi dovremo fare le cose con calma e lucidità, il mercato non è ancora iniziato”.

Pogba e dintorni

—  

Ovviamente il tecnico bianconero poi glissa sugli obiettivi, da Pogba a Di Maria: “Ma no, sono tutti i nomi: mi dicono che sui giornali ne escono un sacco. Ora pensiamo a come sistemare la squadra perché una buona base c’è ma l’anno prossimo dovremo far meglio”. E più tardi ai microfoni di Dazn sulla situazione di Pogba: “Inquadratela voi. Sappiamo quello che vogliamo fare e vediamo se ci riusciamo, la prima cosa da fare è valutare bene quelli che abbiamo”. E alla domanda se si sia tenuto in forma a basket, sport in cui era solito sfidare Pogba, Allegri se la cava con una battuta: “No, gioco più a tennis. Solo a tennis. Bisogna che prenda uno che sappia giocare a tennis…”.

Giovani e non solo

—  

Due cose Max le dice sulla filosofia del mercato, confermando la ricerca di elementi di esperienza: “Negli undici ci sono già alcuni giovani: Vlahovic, Locatelli, De Ligt, Chiesa. Sono già giovani importanti, Miretti ha già fatto quattro partite buone. All’interno della squadra poi devi fare un mix, altrimenti con tutti giovani è più difficile vincere: un po’ di esperienza e malizia ci vuole, e aiuta a far crescere gli altri. Come in tutte le cose ci vuole molto equilibrio, e così nella costruzione della squadra”. Tra i pilastri c’è Vlahovic: “In questo momento è più da attacco a tre ma deve imparare anche a giocare in un attacco a due. Credo che l’anno prossimo farà un’annata importante: arrivare a gennaio e fare quello che ha fatto dimostra le qualità che ha”. E sul sostituto di Dybala: “In questo momento dire cosa metteremo dentro dipende anche dal mercato e dai giocatori in uscita”.

Niente rivoluzioni

—  

A fronte delle osservazioni sul declino in termini assoluti (punti in classifica) della Juve, Allegri nega ipotesi di rivoluzione: “Marcata no, sennò tutti gli anni si parte con una rivoluzione. Però c’è anche il fattore psicologico: abbiamo fatto una discreta rincorsa, siamo arrivati alla partita con l’Inter a giocarci forse non lo scudetto, perché gli 83 punti a cui potevamo arrivare non sarebbero bastati, ma insomma a provarci. I 70 punti che abbiamo fatto sono falsi, non dicono la verità sulla squadra, perché dopo uno sforzo fatto importante c’è stata una flessione a obiettivo raggiunto. Per vincere bisogna fare più gol e giocare in un altro modo, ma le cose buone vanno tenute, sennò ogni anno si butta tutto”. Chiusura sul tricolore: “Chi vince lo scudetto? Purtroppo non ci siamo noi, non sono molto contento”.

Precedente Gasperini: "Con le stesse vedute, avanti assieme". Luca Percassi: "Resta al 100%" Successivo Empoli, Andreazzoli: "E adesso faccio il nonno e vado in bici"