Allegri, i motivi per credere ancora nello scudetto della Juve

La missione sembra impossibile. La parola «scudetto» in casa Juve ora non la pronuncia più nessuno, due quarti posti di fila lasciano il segno, figuriamoci un avvio di stagione come questo contraddistinto dall’eliminazione in Champions. Però alla Continassa tutti sanno anche da gennaio inizierà tutta un’altra stagione, tutti sentono che qualcosa è cambiato negli ultimi giorni e la vittoria con l’Inter lo conferma, tutti sanno che l’obiettivo da non fallire è di nuovo il quarto posto ma anche che è inutile fare calcoli. Quelli ora non tornerebbero, renderebbero solo impossibile l’idea di una missione scudetto. Anche perché lo dice la storia: nessuno ha mai vinto il campionato in Italia partendo da -10 dopo 13 giornate di campionato. Nessuno, nemmeno la Juve di Max Allegri, che nella stagione 2015/2016, quella da usare come riferimento continuo ripensando a rimonte impossibili, si trovava distante 9 punti dalla vetta allora difesa dall’Inter. Guardando alla marcia del Napoli poi, di spazio per illusioni ce n’è veramente poco. Però a gennaio inizia una nuova storia.

Nessuno ha subito meno gol della Juve

La missione sembra impossibile. Ma Allegri ha sempre detto che i campionati vengono vinti dalla miglior difesa e almeno in serie A nessuno ha subito meno gol della Juve: appena 7, con quattro clean sheet consecutivi che poi sono coincisi anche con quattro vittorie di fila. Ecco, i bianconeri nonostante l’emergenza hanno ora trovato continuità in campionato, proprio mentre retrocedeva impietosamente dalla Champions all’Europa League. Non solo, se i numeri confermano una rinnovata solidità, il campo ha soprattutto mostrato un’anima e un senso di squadra che prima semplicemente non si vedevano: la necessità è diventata virtù, i giovani lanciati un po’ per scelta (come Fabio Miretti) e un po’ per forza (vedi Samuel Iling e soprattutto Nicolò Fagioli) hanno riportato entusiasmo, i vecchi rimasti in piedi si sono imposti come leader autentici di cui non poter più fare a meno come Danilo e l’incredibile Adrien Rabiot di questa stagione. Questi sono i segnali della Juve reale dell’ultimo periodo, a cui bisogna aggiungere tutti quelli attesi dalla Juve virtuale che a gennaio abbandonerà finalmente la lavagnetta per spostarsi sul campo: rispetto alla squadra scivolata a -10 dal Napoli ma tutto sommato risalita sul restante trenino di vertice ci saranno anche Federico Chiesa, Paul Pogba, Angel Di Maria e tutti gli altri. Ci sarà quindi una Juve ancora mai vista.

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La linea di Allegri imposta alla sua Juve

Di scudetto non si parla, non è questo il momento, l’ordine di Allegri non cambia: zitti e lavorare. Ma la voglia di provare a trasformare in possibile un’impresa che appare impossibile però ci deve essere. I motivi in fondo emergono anche dalle parole di Pavel Nedved, che a margine del sorteggio di Europa League commenta così il momento della Juve: «Abbiamo affrontato bene le ultime partite di campionato, non abbiamo preso gol. I giovani? Dobbiamo dire che abbiamo trovato giocatori già pronti che faranno parte di questa Juve sicuramente. Ma quando torneranno gli altri, come Pogba, Chiesa, Paredes, Di Maria, faremo molto meglio e in questo senso potrebbe essere una sosta benedetta». Il mercato, poi, Nedved lo lascia alle altre: «Io credo che sarà un grande mercato, un grande mercato (ripete, ndr). Ma non per noi, perché noi ci sistemeremo solo internamente, credo che abbiamo una rosa che può affrontare molto bene la stagione da gennaio in poi. Mancheranno tantissime partite e noi dovremo farci trovare pronti». Pronti a tutto.

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