Allegri finalmente può scoprire anche il tesoro Kulusevski

TORINO – Più volte Massimiliano Allegri ha raccontato come, al di là dei risultati, la sua più grande soddisfazione da allenatore sia vedere i singoli giocatori migliorare. E altrettante ha descritto la sua emozione nell’ammirare «i giocatori tecnici».

Non c’è da stupirsi, dunque, che non vedesse l’ora di dedicarsi alla cura di Dejan Kulusevski: che di tecnica ne ha da vendere, abbinata a forza e dinamismo, e margini di crescita altrettanti. Da oggi Allegri potrà cominciare a esplorarli di persona, visto che Kulusevski in mattinata sarà alla Continassa per le visite, per iniziare ad allenarsi e per conoscere di persona il suo nuovo allenatore. Che comincerà a spiegargli ciò che vuole da lui: in termini di contributo prima ancora che di ruolo e posizione. Aspetti, questi ultimi due, che avranno comunque grande importanza nel lavoro del tecnico sul ventunenne svedese, che nella scorsa stagione, tra gli alti e bassi fisiologici al primo anno in una grande squadra (e secondo da professionista), aveva incontrato difficoltà anche nell’oscillare tra le posizioni di seconda punta e di esterno-trequartista. Difficoltà derivanti non solo e non tanto dal ruolo, quanto dal contesto diverso rispetto a quello del Parma in cui era esploso: nella squadra gialloblù, che puntava molto sul contropiede, Kulusevski trovava spazi in cui le sue qualità si esaltavano naturalmente. In questo senso l’arrivo di Allegri potrà già essergli d’aiuto, perché la nuova Juventus non cercherà a ogni costo l’occupazione costante della metà campo avversaria, ma proverà anche ad aspettare e attirare gli avversari per poi sfruttare in spazi più ampi le doti di corsa proprio dello svedese, di Rabiot, di Chiesa, di Cuadrado.

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Le capacità che Kulusevski dovrà affinare

E’ chiaro, però, che soprattutto in Italia la formazione bianconera troverà tante rivali che la aspetteranno. E’ in questi contesti che Kulusevski dovrà crescere e Allegri potrà dedicarsi ad aiutarlo: a migliorare le scelte in spazi stretti – con la palla e per riceverla – a utilizzare maggiormente il destro per essere meno prevedibile. A essere sempre dentro la partita. Tutte capacità che il mancino svedese dovrà affinare per poter dare alla squadra gol, assist, dribbling e accelerazioni. A prescindere da ruolo e posizione.

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