Max tagliò Filippo dalla lista Champions nel 2012: “Ho smesso un anno prima per colpa sua”. Nel mezzo anche la discussione al Vismara ai tempi del settore giovanile
21 novembre 2023 (modifica il 22 novembre 2023 | 09:08) – MILANO
Il pomo della discordia fu una telefonata di primo mattino. “Pippo, mi dispiace, ma non sei in lista Champions”. E all’improvviso da casa Inzaghi sparì la luce. Il miglior marcatore italiano nella grande coppa lasciato a casa da Allegri. Il recordman di gol europei sacrificato sull’altare dei problemi fisici, dell’età e di un feeling mai nato, soprattutto per come è finita. Secondo la punta sarebbe stato Allegri a calare la mannaia sulla sua carriera, come ricordato nell’autobiografia, “Il momento giusto”. Ora, più di 10 anni dopo, la scure della vendetta è tra le mani del fratello Simone, che con una vittoria può dare un taglio profondo alle ambizioni scudetto della Juve di Max, di scena domenica contro l’Inter.
discordia
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“C’eravamo tanto odiati” è il titolo del romanzo che coinvolge Inzaghi e Allegri. Mal sopportati, piuttosto. E la prima crepa del rapporto ha data e luogo: primo settembre 2011, vigilia di Champions, Max comunica la lista Uefa escludendo Pippo ed El Shaarawy. Lesa maestà: “Pippo ha un problema al polpaccio, ho preso questa decisione solo ieri dopo l’arrivo di Nocerino. Spero possa rientrare a gennaio”. Inzaghi non gliel’ha mai perdonata. Anche perché l’inverno porterà un’altra esclusione, stavolta agli ottavi. A fine stagione Pippo segna a San Siro e si ritira tra le lacrime, congedandosi da dal Milan a un paio di mesi dai 39 anni. Se non fosse stato per il “no” di Allegri, però, avrebbe continuato almeno un’altra stagione: “Nella primavera del 2012 avevamo trovato un accordo per prolungare il contratto. Galliani era felice di aver trovato insieme a me questa soluzione. Allegri invece la bocciò, non mi voleva più nello spogliatoio e lo disse al dirigente. Fu una mazzata”. Questo il racconto affidato alla sua autobiografia.
ricordi
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Pippo se l’è portato dentro per un po’. Ne è uscito grazie al sostegno dei genitori e del fratello. Dopo aver smesso di giocare si è infilato la giacca piazzandosi subito in panchina. Lui, poi. L’uomo che ha sempre odiato indossare la pettorina da riserva e subentrare a gare in corso. La sua prima partita alla guida degli Allievi la gioca al Vismara il 9 settembre 2012, un mese dopo aver compiuto 39 anni. Sugli spalti ci sono un centinaio di tifosi. Alcuni striscioni recitano “Pippo ci manchi” e “ti vogliamo bene”. Il Milan vince 5-1, e a fine partita Inzaghi dichiara di aver sentito Ancelotti, ma non Allegri. “Non ho problemi, tutti sanno come è andata. Ognuno imposta i rapporti umani come meglio crede”. Max allena sempre la prima squadra, ma i risultati non arrivano e la voce inizia a girare fin dai primi mesi: Inzaghi al posto di Allegri.
litigio
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Una suggestione, nulla più, ma la tensione tra i due sfocia a metà settembre al centro sportivo Vismara, durante una visita di Allegri ai ragazzi del settore giovanile. Da qui in poi si va di condizionali, ma la lite c’è stata. Pare sia stato un mancato saluto della punta a far scoppiare la scintilla. “Che fai, non mi saluti?”, avrebbe detto Allegri. “Tu per me non esisti”. “Vuoi prendermi il posto, vero? Non rompermi i coglioni, Pippo”. “Non romperli tu, ci stiamo allenando, adesso vattene”. Il tutto sotto gli occhi imbarazzati di Filippo Galli, a quei tempi responsabile del settore giovanile. L’episodio plana subito sul tavolo di Galliani, che minimizza: “Ho parlato con entrambi, hanno smorzato la lite. Per me è come se non fosse mai accaduto nulla”. Un paio di giorni dopo, su assist di Adriano, Allegri e Inzaghi rilasciano un’intervista a Milan Channel in cui ammettono la discussione: “C’è stato uno scambio di opinioni di un minuto senza offese, tra noi c’è collaborazione”. I due incrociano gli sguardi solo a fine chiacchierata, per la stretta di mano di rito, poi ognuno per sé. Da lì in poi, gelo totale.
confronti
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Inzaghi e Allegri si sono incrociati quattro volte da allenatori, ma il risultato è tutto a favore dell’allenatore bianconero: quattro successi a zero. Simone è stato più fortunato: ha strappato ad Allegri due Supercoppe e una Coppa Italia, perdendo solo la finale del 2017. La prima da allenatore (Lazio-Juve). Il bilancio è equilibrato: sei successi, tre pareggi e nove sconfitte. Max non ha mai parlato pubblicamente di quanto è successo con Pippo, ma una volta ha scagliato un piccolo dardo. Il 17 maggio 2017, dopo aver vinto la Coppa Italia contro la Lazio, rispose così a una domanda su Simone. “Di lui hai sempre parlato bene, mentre con Filippo hai avuto problemi”, gli chiedono. “A Pippo posso solo fare i complimenti per il ‘triplete’ con il Venezia, ora tocca a noi”. In riferimento alla finale di Champions contro il Real, poi persa 4-1. Il tutto col sorriso. Ora ci sarà un altro ruond. E il coach di Simone, seduto sullo sgabello dall’altra parte del ring, è sempre il fratello.
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