Allegri: “Dove vado? Non lo so, ma a giugno rientro. Alla Juve? Ma no, c’è Pirlo che sta facendo bene”

L’ex tecnico dei bianconeri torna a parlare di calcio dopo più di un anno: “Con Agnelli una separazione naturale, mi dispiace che siano stati eliminati dalla Champions. Oggi male, ma diamo meriti anche al Benevento, si parla sempre delle cose negative”

21 marzo – Milano

Massimiliano Allegri torna a parlare di calcio dopo lungo tempo. Lo fa a Sky, nella trasmissione “Calcio Club”. Gli chiedono subito se andrà alla Roma o al Napoli. Sorride e risponde. “Del futuro non so ancora niente. Ma a giugno voglio tornare, mi diverte ricominciare ad allenare. Alla Juve? No, c’è Pirlo che sta facendo bene. Quando allenavo guardavo poche partite, mi annoiavo. Ora invece tante, anche per cercare di capire le sostituzioni, ma non ne indovinavo una. Ho fatto delle riflessioni, penso che per il calcio italiano dobbiamo rimboccarci tutte le maniche, le eliminazioni delle italiane debbano farci riflettere. Spesso si parlava di me in contrapposizione ai “giochisti”. Io sono cresciuto con allenatori vecchio stile e credo che non sia tutto da buttare né questo né quello. Il calcio è roba seria, serve equilibrio. Bisogna mettere al centro di nuovo il giocatore e lavorarci. La tattica serve, ma poi in Europa affronti giocatori che passano la palla a 100 all’ora, bisogna tornare a lavorare sui settori giovanili e sulla tecnica individuale. A me dispiace dirlo, ma i giocatori sono diventati uno strumento per dimostrare che gli allenatori sono bravi. Io sono stato innamorato perso dei miei giocatori, ieri ho visto con mio figlio un servizio su Ronaldinho e mi sono emozionato. Non si può mettere al centro la tattica se non hai i giocatori giusti”.

Meriti

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Ora si parla tanto di costruzione dal basso. “Bisogna fare un passo indietro e tornare a lavorare dall’Abc. Chi è che non fa la costruzione dal basso? La Juventus è stata sfortunata, forse nelle due gare avrebbe anche meritato di passare, ma io ne faccio un discorso globale. I giocatori bravi tecnicamente è un piacere vederli e bisogna curare questo aspetto soprattutto nelle giovanili. Bisogna avere dieci giocatori che si passano bene la palla, se no diventa un problema”. Gli chiedono se è stato questo che lo ha portato a lasciare la Juventus? “Sono stato cinque anni benissimo, la chiusura è arrivata in modo naturale – dice -. Mi dispiace che la Juventus abbia perso, ma dobbiamo dare meriti al Benevento. Non guardiamo sempre le cose negative, il Benevento oggi ha fatto una partita importante. Parliamo anche di chi fa le cose in maniera positiva. Cosa è successo con Andrea Agnelli quando ci siete divisi? C’è stata una diversità di vedute. Non sapevo di Sarri, assolutamente. Non ce ne siamo nemmeno resi conto, è stata una chiusura naturale. La scelta è stata del presidente ovviamente, ma con lui sono rimasto in ottimi rapporti”.

Ritorno bianconero?

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Domanda secca: torneresti alla Juve? Sorride e ribadisce: “Ora è impossibile dirlo, ma poi c’è Andrea che secondo me sta facendo bene”. Cosa manca alla Juve per tornare in finale di Champions? “Non lo so. Una cosa che mi ha insegnato Fabio Capello (presente in collegamento video da Marbella, ndr) è che vedendo i giocatori dall’esterno forse li avrei mandati via, mentre allenandoli poi è un’altra cosa. Come faccio a dire cosa manca? Io dico che la Juventus ha lavorato bene, è in finale di Coppa Italia quindi può vincerla e entrare nelle prime 4 in campionato, non sarebbe male. Poi non dimentichiamoci che il Covid ha stravolto tutti gli equilibri. Male in campionato? Il centrocampo è stato cambiato completamente in blocco, la rosa è di qualità. Serve calma, i giocatori non sono come le macchine che la cambi uguale e hanno lo stesso rendimento. Comunque, se nel campionato italiano i migliori sono ancora quelli più avanti con l’età come Ronaldo, Ibrahimovic e quando gioca Chiellini vanno fatte delle riflessioni”.

Inter

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“Ha la potenzialità per fare un’ottima Champions il prossimo anno. Barella e Bastoni sono cresciuti molto, Conte sta facendo un gran lavoro già dallo scorso anno”.

Campioni

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“Se scelgo Ronaldo o Messi? Sono due giocatori diversi. Uno è più grande (CR7), uno è più forte (Messi). Su Haaland si può lavorare tecnicamente, ma ha un potenziale incredibile, su 10 metri te ne leva 7”.

Difesa a 3 o a 4

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“A 3 con la Juve mai giocato. Galliani mi diceva che nessuno in Europa ha mai vinto la Champions giocando a tre”.

Iniesta o Pirlo

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“Due giocatori diversi, potevano giocare insieme. Dico Pirlo perché l’ho allenato, ma anche Iniesta… Quel Barcellona me lo sognavo di notte, in un anno l’ho affrontato quattro volte”.

Suarez o Morata

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“Per carriera Suarez. Però Alvaro è cresciuto molto. Lui le partite secche le decide. Noi andiamo in finale nel 2015 perché lui fa il gol col Real e poi in finale. È micidiale nelle gare secche”.

Bentancur

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“A mio modesto parere, non può giocare davanti alla difesa. Ci può giocare una partita. È come una riserva che gioca 1-2 partite ma non può farne 5. Lui anche con me giocava davanti la difesa, ma poi tornava a far la mezz’ala. Ha un tempo di gioco non adatto, perché stoppa, pensa e poi gioca”.

Lukaku-Lautaro

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“In questo momento è la miglior coppia in Italia. È stato molto bravo Conte a metterli in condizione di fare la differenza”.

A Carpi

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“La famosa arrabbiatura che mi fece lanciare la giacca? Era l’ultima partita prima della sosta. Dicevo sempre ai ragazzi: “Non mi rovinate le vacanze, prima della sosta non voglio perdere”. E quella volta entrò Lichsteiner che fece uno stop al contrario dentro l’area e prese una traversa e mi tolsi la giacca. Come col Frosinone: al 93′ Dybala batte un angolo, dribbla e perde palla: angolo e gol preso. Lui era alla sua seconda partita alla Juventus: in bianconero quella palla sull’1-0 la tieni, non c’è bisogno di fare il 2 a 0”.

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