Allegri, campo e psicologia: le tre mission più urgenti

Luci ed ombre alla Dacia Arena, le tre sfide che attendono il tecnico sono ora la rimozione delle scorie delle precedenti gestioni, la ricostruzione del muro difensivo e il nodo della convivenza Ronaldo-Dybala

Il pari di Udine ci serva da lezione, dobbiamo imparare a gestire l’imprevisto”: così Massimiliano Allegri a caldo, dopo la rimonta subita alla Dacia Arena, fino al 2-2 finale. Della voce “imprevisto” fanno parte gli errori di Szczesny, ma le due clamorose papere del portiere non esauriscono le spine del tecnico livornese, che dalla partita double face di Udine può gioire per la grandezza ritrovata di Dybala e la prima pietra della “nuova gestione” di Cristiano Ronaldo, ma anche mettere in fila quel che ancora non va nella sua Juve-bis. Fra campo e psicologia, ecco le sfide più urgenti del dopo-Udinese che il tecnico livornese dovrà affrontare a stretto giro:

rimozione scorie

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La rimozione delle scorie lasciate dalle due passate stagioni, in cui Sarri e Pirlo hanno cercato di inculcare nella squadra i dettami della costruzione dal basso, anche a discapito di concretezza e praticità. Una lezione tattica che la Juve ha dimostrato di non riuscire a incamerare – vuoi per mentalità, vuoi per gli uomini a disposizione dei due tecnici -, che ha però snaturato la squadra, in campo e nello spirito. Fra le mission di Allegri c’è anche quella di aiutare la squadra a ritrovare il “vecchio” Dna, fatto di fame insaziabile e aggressività agonistica. In una parola, ricostruire l’autentico spirito-Juve. Il prototipo di Udine ha dato segnali di incoraggiamento, con un primo tempo all’insegna di verticalizzazioni e contropiedi dall’innesco pronto e fulminante, condito da sprazzi di pressing sul portatore di palla avversario. Nel secondo tempo i tanti cambi, di uomini e ruoli, e una condizione atletica ancora ovviamente non al top hanno di molto annacquato il rodaggio.

costruzione muro difensivo

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Non solo mentalità, ma anche organizzazione di gioco. Quella che punta a restituire alla Juve una vecchia-nuova solidità difensiva, l’antico muro che presenta tuttora molte, troppe brecce, eredità delle precedenti gestioni ma “spina” di grande attualità, dopo che sia i test pre-stagionali sia il debutto in campionato hanno confermato il permanere di un problema di perforabilità: mai la difesa della Juve targata Allegri-bis è rimasta finora imbattuta. Per fare qualche cifra, con Sarri la Juve subì 43 gol e 38 con Pirlo: numeri nell’ordine del doppio dei 20 concessi nel 2016 dalla Juve di Allegri, che nei suoi altri quattro anni in bianconero ne ha subiti 24, 27, 24 e 30. Il rispolvero a 4 della difesa è stato il primo passo verso il ritorno all’antica solidità, ora c’è da aspettarsi la messa a punto (con copertura) del centrocampo.

convivenza Ronaldo-Dybala

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Fra un Dybala ritrovato e un Ronaldo che sembra accettare di buon grado il nuovo ruolo di re senza corona corre ancora una linea sottile ma decisiva per le sorti della stagione bianconera. E’ la questione della loro convivenza, tasto dolente nella recente storia bianconera, ora tornato nelle mani di Allegri. Fino ad oggi i due attaccanti hanno giocato insieme due volte: nel tridente (con Chiesa) scelto dal tecnico per l’amichevole con l’Atalanta, con Dybala nel ruolo di “falso 9” con ampissima libertà di movimento, e nel secondo tempo contro l’Udinese, quando Allegri ha ridisegnato la squadra, passando di nuovo a tre attaccanti (più Kulusevski). Assente Ronaldo nel test contro l’Under 23 e lasciato in panchina nell’esordio con l’Udinese, CR7 è sceso in campo per la mezz’ora finale, di nuovo al fianco di Dybala e Chiesa, miscelato ad altri 4 cambi. Troppo poco per valutare intesa ed efficacia del “nuovo” tridente, soprattutto in un momento in cui la condizione è ancora approssimativa. Ma certo la convivenza fra i due è fra le principali, tuttora irrisolte mission di Allegri.

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