Allegri brinda con la Juventus: 300 volte al Maximo

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Allegri brinda con la Juventus: 300 volte al Maximo
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Una carriera record in serie A: alla Juve tra i big nessun allenatore ha vinto in media più di lui

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Una carriera record in serie A: alla Juve tra i big nessun allenatore ha vinto in media più di lui

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TORINO – Trecento panchine in serie A. Massimiliano Allegri le raggiungerà domenica. Un traguardo prestigioso in sé, impreziosito dalla qualità del percorso: il tecnico livornese della Juventus ha vinto infatti 170 delle 299 partite disputate, pari al 56,86%, conquistando tre scudetti, due Coppa Italia e due Supercoppa italiana.

CURRICULUM – La prima pietra il 31 agosto 2008, per coincidenza contro la Lazio che sarà testimone della ricorrenza. Non fu un debutto felice, perché il Cagliari, prima squadra di Max nel massimo campionato, perse 4-1 al Sant’Elia, illuso da Larrivey e travolto da Zarate (doppietta), Foggia e Pandev. Tra i sardi c’era Marchetti, oggi protagonista in biancoceleste, e nella Lazio Lichtsteiner, adesso con lui alla Juventus. Non fu una sconfitta isolata, ne seguirono quattro di fila, ma il presidente Massimo Cellino, che l’aveva scelto dopo la promozione in serie B con il Sassuolo senza badare a un curriculum limitato alla Lega Pro, gli rinnovò la fiducia e fu ripagato alla grande: la squadra svoltò fermando il Milan (0-0) il 5 ottobre e cominciò a macinare punti, raggiungendo la salvezza matematica già all’ottava di ritorno. Cellino, incredibilmente, esonerò invece Allegri al tramonto della stagione successiva, con la squadra tranquillissima in classifica: si limitò a spiegare di non poter tenere «un allenatore con la testa altrove» raccontano sospettasse un accordo con la Juventus.

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SCOMMESSA – Il sospetto, se ci fu, si rivelò sbagliato, ma Max in un grande club finì comunque: il 27 giugno 2010 fu annunciato come nuovo tecnico del Milan. Da Cellino a Berlusconi e Galliani, un’altra scommessa vinta, perché il tecnico ragazzino, al primo tentativo, vinse lo scudetto che i rossoneri aspettavano da sette stagioni. A Milano rimase fino a gennaio 2014, quando fu esonerato dopo una dura sconfitta con il Sassuolo – lasciò la squadra a Clarence Seedorf, ma l’andamento della stagione non cambiò -, poi il 16 luglio, dopo il burrascoso addio di Antonio Conte, diventò allenatore della Juventus.

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